Rogo Thyssen di Torino: l’ex manager Pucci lascia il carcere

Condannato definitivamente a sei anni e tre mesi di reclusione per l’incendio allo stabilimento ThyssenKrupp di Torino nel quale morirono sette operai, Marco Pucci, l ’ex manager Thyssenkrupp, ha ottenuto l’affidamento ai servizi sociali e ha potuto lasciare definitivamente il carcere di Terni dove era ristretto dal maggio del 2016.
La misura alternativa alla detenzione è stata disposta dal tribunale di sorveglianza.
L’ingegnere, all’epoca dei fatti di Torino responsabile commerciale dell’area marketing e successivamente per un periodo amministratore delegato dell’Ast di Terni – già nel giugno 2017 aveva ottenuto la possibilità di svolgere un lavoro esterno al carcere, come consulente in un’azienda del posto, con obbligo però di rientro in cella alle 18.30.

Da oggi non dovrà più varcare la soglia dell’istituto penitenziario di Sabbione.

Daniele Moroni, l’altro ternano all’epoca dei fatti nel board di Thyssenkrupp, ha ottenuto il beneficio di lavorare all’esterno con obbligo di rientro in cella la sera. Moroni è stato condannato a 7 anni e sei mesi. Il suo legale, Attilio Biancifiori, presenterà a breve la richiesta di affidamento ai servizi sociali.

Nessuno sviluppo invece per quanto riguarda l’altro mega filone d’inchiesta che riguarda i due ex manager tedeschi della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz.

Tutti e due condannati in via definitiva in Italia il primo a 9 anni e 8 mesi e l’altro a 6 anni e 10 mesi.

Il filone d’inchiesta è stato ripreso anche dall’ultimo servizio televisivo trasmesso dal programma Le Iene.

La memoria depositata dai legali dei due ex manager al tribunale di Essen punta sulle presunte “irregolarità” nei processi svolti in Italia, e quindi avanza la richiesta di non eseguire la sentenza di condanna.  Ci sarebbero insomma – secondo gli avvocati – dei difetti nelle indagini italiane che potrebbero non rendere eseguibile in Germania la sentenza emessa dalla giustizia italiana.

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