Sede Pd, la Fondazione dei Ds passa al contrattacco: “Nessuna polemica, dal Pd disinteresse per questa sede”

PERUGIA – La Fondazione dei Democratici di Sinistra, “Pietro Conti”, non ci sta a stare sul banco degli imputati e a passare come la responsabile della svendita della sede del Partito democratico di Piazza della Repubblica di Perugia. E con una conferenza stampa, dove il presidente Fabrizio Bracco e Renzo Patumi snocciolano dati e la cronistoria dell’immobile, spostano il cerino in mano al Partito democratico, consapevole della situazione da tre anni.

Bracco non ci sta a passare per quello che vende quando invece nel 2003 è riuscito a ricomprare l’immobile, ceduto nel 1995 ad una immobiliare per andare a sanare i debiti de l’Unità. In quella stagione la struttura, che ospita il Pci dal 1944, fu ceduto a tre miliardi e grazie ad alcune vendite e una sottoscrizione, fu riacquistato a 1,5 milioni di euro. Una cifra messa insieme dagli ex Ds grazie ad una sottoscrizione di ex consiglieri regionali, politici e funzionari di partito, e con un mutuo ipotecario proprio sullo stabile. Mutuo che, per una fondazione che ha patrimonio e pressoché nessun reddito, è diventato impossibile da portare avanti. Così, dopo tre anni, la banca ha imposto il timing della vendita.

Entro il 31 dicembre tutto sarà libero, inizieranno i lavori di frazionamento per costituire cinque unità vendibili. Di queste c’è già un compromesso firmato, per il piano inferiore.

E sulle polemiche? La Fondazione Pietro Conti lascia la porta aperta: “L’accordo con Leonelli c’è. Se dovesse rimanere invenduta una, c’è il diritto di opzione per il Pd”. Da quanto riferito sarebbe il Comunale a voler rimanere in piazza della Repubblica. La stessa Fondazione vorrebbe rimanere lì riservandosi una parte. Tutto dipenderà però da quanto si riuscirà a tirare fuori dalla vendita. Servono 600mila euro per estinguere le pendenze.

Intanto già una decina sono i potenziali acquirenti che si sono recati a vedere lo stabile.

Una sorta di operazione verità quella di Bracco e Patumi dunque, che ha voluto ribadire come in tre anni, da quando è emerso cioè il problema dell’ipoteca, il Pd, che pure aveva in comodato d’uso gratuito lo stabile, non abbia mai voluto pagare. Così la vendita, con gli avvocati Laffranco e Calabrese che spuntano tra i possibili compratori: “Non siamo noi a trattare ma è l’agenzia immobiliare”, hanno risposto Patumi e Bracco.

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