Sistema produttivo perugino, ripresa illusoria, aziende con il fiato corto

Eppur si muove, nel bene e nel male. Il sistema produttivo della provincia di Perugia, nel secondo semestre 2014, migliora la sua performance rispetto al trimestre precedente, ma in calo rispetto a un anno fa. Una crescita tuttavia, così esigua (+0,16%) che non consente di affermare che il trend è positivo e offre un quadro economico in cui la ripresa resta ancora indefinita e inconsistente. Una crescita esigua che non rallenta la dinamica dei fallimenti e delle procedure concorsuali, cresciuti in provincia, rispettivamente del 53,7% i primi e del 42,9% i secondi. Peggio di Perugia solo Catania e Caltanissetta.

Per dare qualche numero al 30 giugno 2014 le imprese operanti in provincia di Perugia erano 73.004, in calo di 602 unità rispetto al 2013, ma in ripresa sul trimestre precedente (+28 imprese); 913 quelle che hanno cessato l’attività. Il saldo risulta positivo di 115 unità, con una crescita praticamente azzerata che relega comunque Perugia al 103° posto sul totale delle 105 province italiane.

Le iscrizioni, nel secondo trimestre 2014, sono concentrate prevalentemente nel commercio che segna quasi il 30% delle nuove iscrizioni “classifica”, seguiono le costruzioni con il 14,5%, l’agricoltura e i servizi all imprese con valori intorno al 12-13%. Rispetto al 2013 le iscrizioni aumentano nel Turismo (+7,5%) e in Servizi alle imprese (+5,3%), diminuiscono nel manifatturiero (-20%), in agricoltura (-17%) e commercio (-16%). Sulla base semestrale, l’agricoltura mostra la contrazione più significativa (quasi del 10%) mentre le costruzioni aumentano le iscrizioni di oltre il 12% e il turismo del 4,5%. Percentualmene significativo ma poco di sostanza (il valore assoluto di partenza è modesto) l’incremento di quasi il 30% in trasporti e spedizioni.

Per quanto riguarda le cessazioni il commercio accentra la parte pervalente delle cessazioni “d’ufficio” del secondo trimestre 2014 (30% del totale), segue l’agricoltura (23%) e le costruzioni (15%). Rispetto allo stesso periodo del 2013, le cessazioni diminuiscono solo in trasporti e spedizioni mentre aumentano in modo significativo in agricoltura (+148%), commercio e turismo rispettivamende del +105% e +102%.

Insomma il sistema produttivo perugino resta al palo e ci vorrà un po’ più che storcere semplicemente il naso davanti ai numeri, per ridare benzina all’economia locale.

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