Tangenti ad Ischia, in manette anche un ternano: avrebbe pagato mazzette

TERNI – Tocca anche Terni l’inchiesta giudiziaria della procura di Napoli che ha portato all’arresto del sindaco di Ischia,  Giuseppe Ferrandino, per un giro di tangenti. A finire in manette insieme al primo cittadino dell’isola campana a suo fratello, Massimo Ferrandino e ad altre 6 persone, anche il ternano Bruno Santorelli, responsabile del nord Africa per il Gruppo CPL Concordia (cooperativa produzione lavoro, società leader nella realizzazione di strutture per il trasporto del gas nonché per il facility ed energy management).

L’arresto è stato eseguito questa mattina nell’operazione messa a segno dai carabinieri del Noe che  hanno eseguito undici misure cautelari – otto delle quali in carcere – emesse del gip di Napoli, Amelia Primavera. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Gli inquirenti sono convinti di aver fatto luce su un sistema di tangenti versate a pubblici ufficiali per aggiudicarsi appalti pubblici, legati in particolare alle opere di metanizzazione che hanno interessato i comuni dell’isola di Ischia.

L’inchiesta coordinata dai pm Woodcock, Carrano e Loreto e condotta dai reparti speciali del Comando per la Tutela dell’Ambiente del colonnello Sergio De Caprio, il ‘Capitano Ultimo’ ha preso le mosse nell’aprile 2013  e ha consentito – secondo quanto spiega la sezione operativa centrale del Noe – “di dimostrare come il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo CPL Concordia, Francesco Simone, con la complicità dei direttivi della stessa società – il presidente Roberto Casari, il responsabile dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione di CPL distribuzione Maurizio Rinaldi, nonché con Massimo Continati e Giorgio Montali (rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno) e Massimiliano D’Errico (imprenditore casertano) – abbia costituito fondi neri mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (TunIta Sarl), riconducibile allo stesso Simone, utilizzati prevalentemente per pagare delle tangenti a pubblici ufficiali al fine di aggiudicarsi appalti pubblici, in un assetto sistematicamente teso a turbare la libertà degli incanti”.

Secondo gli investigatori, l’appalto di metanizzazione del comune di Ischia e dei comuni di Lacco Ameno e Casamicciola Terme sarebbe stato “affidato alla CPL grazie all’interessamento del sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, ed alla complicità del dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Ischia, Silvano Arcamone. In cambio dell’assegnazione della commessa, il primo cittadino ha ottenuto l’assunzione del proprio fratello, Massimo Ferrandino, quale consulente della CPL Concordia, nonché la stipula fittizia di due convenzioni che prevedevano l’impegno della società ad erogare la somma complessiva di 320 mila euro all’albergo di proprietà della famiglia del sindaco, a fronte della ‘messa a disposizione’ di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese”.

In carcere sono finiti, oltre al sindaco di Ischia e il fratello Massimo Ferrandino, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo Cpl Concordia Francesco Simone, l’ex presidente Roberto Casari (andato in pensione il 30 gennaio scorso, ma secondo l’accusa ancora ‘regista’ degli affari della cooperativa), il responsabile commerciale dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione della CPL distribuzione Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D’Errico.

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