Terni, giornalista “infiltrato” all’Ast, tre dipendenti perdono il posto e impugnano il licenziamento

TERNI – Un giornalista si “infiltra” all’interno dell’Ast Terni e in tre vengono licenziati. Il reportage di David Becchetti pubblicato nei giorni scorsi da “Il fatto quotidiano” è costato il posto a un operaio e due impiegati dell’Ufficio Relazioni Esterne, il primo per aver richiesto la visita all’interno dell’Ast per due parenti e due amici tra cui il giornalista, gli altri due per non aver adeguatamente controllato l’accesso in questione.

L’azienda avrebbe motivato i licenziamenti, che seguono la sospensione del lavoro, con la violazione del codice etico aziendale.

In virtù della possibilità offerta dall’azienda ai familiari e amici dei dipendenti di visitare lo stabilimento, il giornalista si è presentato con il proprio nome e cognome, consegnando il proprio documento d’identità, dicendo di essere parente o amico di un operaio. Terminata la visita ha scritto un reportage sul lavoro all’interno dello stabilimento, pubblicato lo scorso 2 febbraio.

La pubblicazione dell’articolo aveva suscitato subito clamore e già da giorni nei social network si erano accesi i riflettori sulle possibili conseguenze per chi aveva consentito tale documentazione. Poi è arrivata la notizia dei licenziamenti i tre hanno dato già incarico ai loro legali di fiducia per impugnare i provvedimenti.

Il legale dell’operaio, l’avvocato Andrea Cavicchioli, spiega di aver già impugnato in via stragiudiziale il provvedimento, notificato la scorsa settimana, e annuncia che lo stesso verrà fatto nei prossimi giorni in sede giudiziale.

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