Terni, nessun risarcimento per la famiglia Raggi: “David guadagnava troppo”

TERNI – Nessun indennizzo dal fondo vittime di reati intenzionali e violenti per la famiglia di David Raggi. Per soli 2.000 euro i parenti della giovane vittima non riceveranno alcun risarcimento dallo Stato.

Il giovane David – ucciso violentemente nel marzo scorso dal marocchino Aamine Assoul condannato oggi a 30 anni – lavorava da un anno. Aveva un reddito di 13.500 euro, mentre la normativa italiana ha fissato come soglia di accesso al fondo quella degli 11.500 euro.

L’avvocato della famiglia Raggi, Massimo Proietti definisce la norma una “limitazione gravissima e incostituzionale”.”Questa norma è contraria ai principi costituzionali interni ed europei” sostiene il legale, che già ha annunciato di avviare  una questione di legittimità costituzionale nell’ambito della causa civile.

La nuova legge secondo il legale presente numerose incongruenze. In particolare i dilemmi sorgono sull’entità del fondo. “Quest’ultimo – spiega l’avvocato – è stato accorpato al già esistente fondo per le vittime dei reati di mafia, estorsione ed usura, con un’integrazione di appena 2 milioni e 600 mila euro l’anno.

Si tratta di una cifra insufficiente a soddisfare tutte le richieste e, tra l’altro, al momento non ci sono previsioni né sull’entità dell’indennità, né sulle modalità e i tempi di erogazione. E’ quindi un fondo che di fatto non risarcirà nessuno, una presa in giro e un’elemosina”.

Secondo il legale, dunque, “la legge, passata in sordina, non sortirà alcun effetto e non avrà alcun beneficio per la maggior parte dei danneggiati”.

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