Terni, omicidio di Laura Livi, il marito condannato a 18 anni di carcere

TERNI – Franco Sorgenti, il pensionato ternano di 67 anni, accusato del delitto della moglie Laura Livi, 36enne, è stato condannato a 18 anni di carcere. L’omicidio avvenne nella notte tra il 28 e il 29 ottobre dello scorso anno, all’interno dell’appartamento di via Gramsci dove la coppia viveva insieme alle figlie di 3 e 8 anni. Il gip, Zanetti, ha riconosciuto Sorgenti colpevole di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio con la vittima.
Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato. Il pubblico ministero questa mattina ha chiesto la condanna a 27 anni che, in virtù della scelta del rito alternativo, viene ridotta automaticamente di un terzo e quindi a 18 anni di reclusione.
L’udienza di oggi si è caratterizzata comunque per la protesta delle associazioni femministe che hanno chiesto ed ottenuto la costituzione di parte civile insieme al Comune di Terni. Si tratta delle associazioni Terni donne e “Libera…mente donna” che sono state ammesse insieme ai familiari della vittima e a Palazzo Spada.
Le due associazioni questa mattina hanno tenuto un sit in davanti al Tribunale. “Siamo qui – spiegano le due associazioni – a chiedere libertà e giustizia per tutte le donne per dimostrare la nostra solidarietà alla famiglia di Laura e alle sue figlie, per ricordare che solo una vera alleanza tra tutte le istituzioni del territorio, a partire dalla scuola fino ad arrivare ai tribunali può mettere fine a questa tragedia”.
Franco Sorgenti è stato condannato a versare anche un risarcimento provvisionale di 100 mila euro a ciascuna delle due figlie e di 30 mila euro ai genitori e al fratello della moglie. Risarcimenti di 5 mila euro anche per il Comune di Terni e per le due le associazioni femministe.
L’omicidio di Laura Livi avvenne nella notte tra il 28 e 29 ottobre dell’anno scorso. La donna fu uccisa a coltellate le coltellate fatali all’interno dell’abitazione della coppia in via Gramsci. Dopo il delitto, Franco Sorgenti aveva chiuso a chiave la porta della camera dove le due figlie stavano dormendo, per evitare che potessero imbattersi nel corpo senza vita della mamma ed andato a costituirsi in carcere e lì era stato raggiunto e arrestato dai carabinieri.

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