Terni, presidio dei lavoratori del Gruppo Novelli

TERNI – I lavoratori del Gruppo Novelli si sono svegliati presto questa mattina. Una mattinata di presidi di fronte ai cancelli dello stabilimento di Terni per sollecitare il rilancio di cui necessita la realtà alimentare umbra. Insomma braccia incrociate, paure per il futuro. 8 ore di sciopero proclamate nella giornata di oggi, quando due giorni fa erano stati i colleghi di Spoleto a manifestare. Il Gruppo Novelli ha produzioni anche in Lombardia e Lazio, che dalla ventina di istituti di credito coinvolti fin dal 2012 nella ristrutturazione aziendale, attende una risposta per un’apertura di credito di 6 milioni per compiere una serie di investimenti. Il problema è che le risposte non ci sono. Sale quindi la tensione tra i lavoratori. In particolare di fronte ai cancelli i rappresentanti di Cisl, Cgil e Uil mettono in chiaro come negli ultimi tre anni a seguito della crisi e della procedura di concordato, si siano persi circa 200 posti di lavoro con l’organico passato da 700 a circa 500 unità. Per questo le organizzazioni sindacali hanno richiesto formalmente la convocazione di un tavolo al ministero dello Sviluppo economico (Mise), con gli amministratori del Gruppo Novelli, che produce uova e pane, rappresentanti istituzionali e istituto di credito. In questo senso, Simone Dezi della Cisl spiega: «I lavoratori hanno già fatto molti sacrifici, motivo per cui come rappresentanti chiediamo di avere un ruolo attivo all’interno della discussione sul piano di rilancio». Alla vigilia dello sciopero sulla crisi in corso era intervenuto anche il consigliere regionale Raffaele Nevi che, attraverso una nota stampa, ha chiesto alla Regione di farsi portavoce delle richieste delle maestranze per arrivare in breve alla convocazione al Mise.

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