Terremoto, ad un anno dal sisma le proposte di Mencaroni: “Servono misure per sostenere le piccole imprese”

PERUGIA – La situazione economica ed occupazionale in Umbria, a un anno dal terremoto, continua ad essere di straordinaria difficoltà, tanto da giustificare misure di carattere straordinario. Con questo spirito Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio Umbria, torna a rivolgersi alla presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, perché si faccia portavoce presso il Governo della richiesta di misure di integrazione salariale per tutti i territori dell’Umbria, e per tutte le imprese che sono state danneggiate dagli effetti del sisma, in modo da consentire il mantenimento dei livelli occupazionali.

“Il sisma – sostiene il presidente Mencaroni – ha lasciato ferite profonde nel nostro tessuto socio-imprenditoriale, con ripercussioni che vanno ben oltre il cratere e che si stanno manifestando soprattutto nell’anno in corso.  I lavoratori delle piccole imprese, quelle con meno di sei dipendenti, non possono accedere ad alcun ammortizzatore sociale. Il rischio di non poter garantire i posti di lavoro è alto e concreto. Per questo siamo certi – aggiunge Mencaroni – che i sindacati dei lavoratori dipendenti non potranno che condividere le nostre preoccupazioni e sostenere la nostra richiesta.”

Un esempio concreto delle difficoltà in cui si trova l’economia umbra viene dal turismo, settore dal quale dipendono altri comparti, compreso il commercio.  I dati ufficiali  – spiega Confcommercio –  rilevano, nel periodo gennaio – maggio 2017, un calo del 15% delle presenze rispetto all’anno precedente.
Se si tiene però conto del gran numero di sfollati ospitati nelle strutture ricettive soprattutto in alcuni comprensori turistici – secondo i calcoli di Federalberghi Umbria su dati della Protezione Civile – nello stesso periodo si arriva a stimare un calo reale medio delle presenze turistiche del 25%.  Al netto degli sfollati, il comprensorio del Trasimeno, che mostra ufficialmente un +3,92% delle presenze, avrebbe invece un -14%. Il comprensorio del Perugino arriverebbe ad un -17%. Il comprensorio di Spoleto addirittura ad un -28%. E le presenze legate all’accoglienza degli sfollati sono cosa ben diversa da quelle turistiche di chi sceglie liberamente l’Umbria per le proprie vacanze, anche dal punto di vista del fatturato medio delle imprese ricettive, che ne risulta penalizzato.

“In tutta Italia – continua il presidente Mencaroni – il turismo sta registrando ottime performance. Il confronto con l’Umbria è dunque particolarmente impietoso. La Regione ha fatto molto per contrastare gli effetti negativi del terremoto su tutto il territorio, anche con importanti azioni di comunicazione, i cui esiti si potranno valutare in un più lungo periodo. Ma intanto ci chiediamo cosa accadrà al termine dell’estate. Le imprese del cratere possono e devono fare la domanda per accedere ai benefici della cassa integrazione in deroga. Come faranno tutte le altre imprese a resistere?  Occorrono tagli al cuneo fiscale, l’esenzione provvisoria sui contributi, nuove misure di integrazione salariale – e le risorse ci dovrebbero essere – per aiutare le imprese umbre a mantenere il proprio personale, che soprattutto nel terziario è una risorsa particolarmente strategica, e le figure professionali che qualificano l’offerta ricettiva umbra”.

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