Tk-Ast, Renzi a Terni ad agosto ma rischia di trovare chiuso, oggi gli operai bloccano la strada

TERNI – Il premier Renzi ad agosto sarà a Terni per incontrare i lavoratori, i sindacati e le istituzioni impegnati nella difficile vertenza con la multinazionale tedesca Tk-Ast che ha annunciato un piano di 550 esuberi in cinque anni e un ridimensionamento del polo ternano. L’appuntamento che dovrebbe essere inserito in un viaggio che il mese prossimo il presidente del Consiglio farà in alcuni luoghi simbolo del lavoro del Paese in realtà non ha tenuto conto del piano delle fermate estive dello stabilimento di viale Brin.

Un “piano ferie” contro cui i sindacati oggi pomeriggio hanno scioperato. L’azienda, infatti, nei giorni scorsi ha comunicato il prolungamento della fermata estiva annunciata solo a fine giugno, motivandola con l’esigenza di far fronte a un calo di ordinativi e, per quanto riguarda l’area a freddo, di non proseguire la produzione visto il molto materiale stoccato in conto cliente.

Venendo al calendario, oltre alla fermata annunciata di una linea a caldo dal 1° agosto fino al 1° settembre anche la seconda linea interromperà le produzioni dal 10 al 25 agosto, mentre il blocca a freddo, di solito fermo solo qualche giorno a ferragosto, sarà chiuso dal 4 al 25 agosto.  In sostanza dal 4 al 25 agosto le acciaierie saranno completamente ferme. La possibilità quindi che Renzi venga a Terni e che trovi gli impianti chiusi è dunque concreta.

Intanto, fermo restando il plauso del mondo sindacale per l’interessamento del premier, l’auspicio è che l’appuntamento venga anticipato a questa settimana. Sul fronte istituzionale la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, ha commentato come sia “molto importante che sia lo stesso presidente del consiglio in prima persona a seguire una vicenda come quella dell’Ast che attiene al futuro industriale ed occupazionale non solo dell’Umbria, ma dell’intero Paese”. Per il sindaco Di Girolamo: “La vertenza Ast è  fondamentale per Terni e l’Umbria ma ha sempre più una valenza nazionale. Mi auguro che questa azione di attenzione del massimo vertice del Governo contribuisca a determinare quell’atto di responsabilità da parte di Thyssen Krupp che è atteso a più livelli, quello cioè del ritiro di un piano industriale che è stato giudicato irricevibile, privo di portata strategica, di investimenti significativi, in sostanza di futuro in quanto caratterizzato solo da riduzioni e tagli”.

 

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