Treni, dura replica dei pendolari ternani al comitato di Orte, domani incontro tra Regioni
TERNI – “La Regione prosegua sulla linea intrapresa confermando le scelte operate a tutela dei viaggiatori umbri.”. La richiesta viene dai pendolari ternani alla vigilia dell’incontro che si terrà domani con Trenitalia e la Regione Lazio. L’assessore Rometti non ci sarà, ma saranno presenti i tecnici dell’assessorato umbro a cui i pendolari rivolgono l’appello a difendere le scelte operate, nello specifico la cancellazione della fermata di Orte dei due treni regionali veloci RV 2841 e RV 2488. Il comitato ternano, però, coglie anche l’occasione per ribattere al comitato dei pendolari di Orte, che è su posizioni diametralmente opposte e che nei giorni scorsi aveva attaccato l’assessore comunale ai trasporti, Emilio Giacchetti per aver difeso, a sua volta, le posizioni della Regione Umbria. In particolare, al Comitato laziale che ha accusato Giacchetti di essere anacronistico e provinciale, i viaggiatori ternani replicano che loro per primi hanno “dimostrato di essere campanilistici” arrivando “fino a proposte e/o diktat intimidatori, da vero delirio di onnipotenza, con i quali si chiede ad amministratori locali di prendere decisioni per recare danni addirittura alle acciaierie di Terni”.
“Siamo partiti da un problema di sicurezza ed affollamento di due treni pagati dalla Regione Umbria – dicono i pendolari ternani – sui quali la stessa ha preso delle decisioni, in via sperimentale, in piena autonomia e titolarità , a scopo risolutivo, su problematiche che per altro sarebbero ritenute, ad oggi, fondamentali dagli ortani stessi (tranne, evidentemente, quando riguardano pendolari umbri) e ci ritroviamo di fronte a indecenti e inaccettabili richieste di interdizione al transito nello scalo di Orte dei convogli che trasportano materiali da e per l’Ast. Questa pseudo proposta – continuano i viaggiatori ternani – è non solo indecente e vergognosa, ma tecnicamente ingiustificabile, visto che non si tratta di materiali esplosivi e/o pericolosi e inoltre un sindaco, o chi per esso, non ha, a nostro parere, potere deliberativo ostativo, per i transiti su infrastrutture ferroviarie e il sindaco di Orte, che ci risulterebbe essere un ferroviere, dovrebbe ben saperlo. Ma, soprattutto, tali provocazioni, perché non hanno altra definizione, sono dimostrazione di ipocrisia, di uno scadimento, ulteriore, di argomentazion sul contendere e sono un grave insulto a chi, in queste ore, sta difendo il proprio posto di lavoro alle acciaierie di Terni, così come alla Città stessa”. Il comitato umbro ricorda che “Terni, con il supporto della Regione Umbria, ha intrapreso un percorso che vuole farla essere la porta della regione stessa per Roma e riteniamo abbia tutto il diritto di farlo, in forza anche della virtuosità nei pagamenti che contraddistingue la nostra regione, a differenza di altre, nei confronti di Trenitalia”
“Sarebbe il caso – incalzano i pendolari ternani – che gli utenti della Stazione della cittadina viterbese, invece di chiamare in causa ed attaccare, anche personalmente, politici ed amministratori umbri, si rivolgessero ai propri, cercando soluzioni interne loro, sulla problematica in essere, vista la volontà presunta del Lazio di mettere mano ai cordoni della borsa per favorire soluzioni alternative alle fermate soppresse dei due treni. Per inciso – concludono – sarebbe opportuno che la Regione Lazio contribuisse, pro quota parte, per tutti quei treni sovraregionali, di altre Regioni, che quotidianamente effettuano la fermata di Orte, perché riteniamo che un discorso sia la leale collaborazione e un altro sia la sudditanza”.