Umbertide, terremoto in maggioranza: si dimettono sette consiglieri dem

UMBERTIDE – Terremoto ad Umbertide. Dopo il clima di tensione degli ultimi giorni, arrivano le dimissioni di sette consiglieri del Partito democratico che, piuttosto che sfiduciare il primo cittadino Locchi, decidono di prendere le distanze da lui. Lasciano il capogruppo Gianluca Palazzoli, Lucia Ranuncoli, Elisabetta Agea, Milena Fiorucci, Mirco Massai, Nicola Orsini e Giovanni Valdambrini.

“Il sindaco scarica sulle istituzioni le sue personali battaglie politiche. In questi giorni congiuntamente alle segreterie regionali e provinciali del Partito democratico – scrivono i dem umbertidesi – abbiamo cercato di trovare una soluzione alla crisi politico-istituzionale che Umbertide sta attraversando. Dopo che il sindaco Locchi ha  revocato le assessore Montanucci e Violini esclusivamente per motivazioni politiche, abbiamo chiesto il reintegro in giunta delle stesse dando la totale disponibilità all’allargamento dell’assemblea comunale a quelle minoranze che non hanno voluto partecipare  al congresso (che oltre i garanti aveva una nutrita schiera di “osservatori esterni”). Su sollecitazione delle segreterie regionali e provinciali  avremmo anche accettato un totale cambiamento della giunta per lavorare con maggior forza agli obiettivi di fine legislatura a seconda dei desideri del sindaco. Abbiamo trovato una chiusura totale da parte del sindaco”.

“Avendo motivato il sindaco le revoche delle due assessore come un fatto politico ritorsivo verso il Pd (che in giunta e in consiglio lo ha sostenuto su tutto anche quando c’erano posizioni divergenti)  è evidente che essendoci solo delle mere motivazioni politiche non si può accettare una semplice sostituzione delle stesse. Il Partito democratico di Umbertide non può di certo sfiduciare il sindaco ma la cosa più pulita e trasparente verso la città è quella di prendere le distanze dal suo comportamento attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, tra l’altro già sottoscritte da n. 7 consiglieri comunali.  È incomprensibile come per il sindaco (che rifiuta il dialogo con il Pd) le questioni di lotta politica abbiano il sopravvento sulle istituzioni, sul bene della comunità”.

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