Umbria Mobilità, possibili altri indagati. Sotto la lente degli investigatori sei milioni di troppo.  Mazzoncini: “Non mi sono mai occupato dell’Umbria”

Potrebbe salire il numero degli indagati sulla bufera giudiziaria che si è abbattuta su Umbria Mobilità. Per adesso sono cinque coloro che hanno ricevuto l’avviso di garanzia dalla Procura della Repubblica di Perugia. Ma nel fascicolo del pm Manuela Comodi ci potrebbero essere altri nomi che vengono tenuti segreti.

L’ipotesi degli investigatori, Squadra Mobile della Questura di Perugia e finanzieri del Comando provinciale, è che alcune dichiarazioni false sarebbero servite per ottenere fondi pubblici per sanare la situazione di Umbria Mobilità. Finanziamenti arrivati quando Franco Viola era ancora amministratore delegato di Umbria Mobilità e Lucio Caporizzi il suo presidente. Da indiscrezioni emergerebbe l’ipotesi che la truffa consumata ruoterebbe intorno ai sei milioni di euro. Proprio per questo l’accusa della Procura è di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Dopo le dichiarazioni di Lucio Caporizzi che ribadisce l'”assoluta correttezza del suo operato”, arrivano quelle dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini. Il numero uno di FS, da cui dipende BusItalia, precisa di “non aver mai ricoperto cariche operative o di rappresentanza in alcuna delle società operanti in Umbria”. Mazzoncini ricorda di “non aver mai preso parte né direttamente né indirettamente a trasmissioni di dati all’osservatorio nazionale”. L’amministratore delegato di FS conclude dicendo “di essere totalmente estraneo ai fatti contestati”.

L’ex amministratore delegato di Umbria Mobilità Franco Viola dichiara, a sua volta, la correttezza del suo operato e si mette a disposizione della magistratura perugina per “i necessari chiarimenti”.

In queste ore il pm Manuela Comodi, con gli investigatori di polizia e finanza, sta mettendo in calendario tutta una serie di appuntamenti per stringere i tempi e i modi dell’indagine. Dopo le mosse della Procura non è escluso che gli indagati chiedano di essere ascoltati dalla stessa Comodi.

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