Una laurea speciale con tanto di lode per l’ex camorrista in cella da 23 anni

PERUGIA – Un ex camorrista, già boss alleato con i casalesi, si è voluto riscattare putando sugli studi universitari. E dopo una serie di esami superati con 30 e lode, ha discusso una tesi su Gramsci. Il diretto interessato è Luigi Della Volpe, 53 anni, da 23 anni rinchiuso nella sezione di massima sicurezza del carcere di Spoleto, dove sta scontando una condanna per associazione a delinquere di stampo camorristico ed estorsione. Senza internet, senza telefonino, senza possibilità di incontrare alcun professore. Eppure ce l’ha fatta. «Mai capitato di vedere uno studente così determinato» dice di lui il professor Dario Biocca, il docente dell’ateneo di Perugia che lo ha affiancato nella stesura della tesi su Antonio Gramsci. Tesi discussa nella sessione di laurea di giugno 2017, ma non all’Università di Perugia, nel dipartimento di scienze politiche e della comunicazione, nel quale lo studente pagava le tasse, ma all’interno del carcere dove la commissione esaminatrice è entrata per valutare il laureando. Gli unici ammessi sono stati i figli del detenuto. I docenti si sono impegnati a fargli avere i testi date le rigide condizioni di detenzione. E nonostante queste difficoltà incontrate, Della Volpe non si accontenta della laurea triennale ma punta a completare il corso di studi. La sua passione contagia i docenti. «Mi ha chiesto lui stesso di fargli da relatore per la tesi – prosegue Biocca – e insieme abbiamo scelto come argomento Gramsci e le sue lettere dal carcere. Sono andato di persona all’Archivio di Stato a Roma e ho recuperato dei documenti originali che gli ho portato dietro le sbarre». Il riscatto è così arrivato tramite lo studio. In una lettera a “Urla del silenzio” spiega: «Sono cresciuto in terre violente, anche i miei sentimenti sono stati violenti, mi sento ricoperto dalle mie terre, dovrò scrollarmele di dosso”. La storia del detenuto comincia negli anni ‘90 quando la famiglia Della Volpe, di base ad Aversa, viene coinvolta in una delle più feroci guerre di clan in Campania. Storicamente al fianco della nuova camorra di Cutolo, dopo l’arresto di «don Raffaele» i Della Volpe passano con i Casalesi e diventano tra i più fidati alleati di “Sandokan” Schiavone. Luigi Della Volpe spiega al sito “Urla del silenzio” che raccoglie le testimonianze dei carcerati: «Non sono mai stato in grado di capire, vivevo lo Stato e le leggi come nemici…sono andato avanti facendo a spintoni». Così, a seguito di una operazione anti camorra, viene condannato a qualche decennio di carcere. E pur non essendo un collaboratore di giustizia, decide di dare un calcio al passato e di ricominciare una nuova vita, complici anche un ruolo decisivo delle attività culturali organizzate a Spoleto e l’incontro con una volontaria della casa di detenzione, Rita Cerioni, una ex giudice che intuisce le potenzialità di Luigi e lo incoraggia a seguire questo cammino accademico. E dopo il primo importante traguardo ottenuto a pieni voti, Della Volpe già pensa di andare avanti con gli studi. Sicuramente un ulteriore manifestazione della sua volontà di buttarsi alle spalle il suo passato.

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