Due spacciatori fermati con la droga insieme alla figlia di 16 anni

PERUGIA – Un caso disperato, un assenza di valori e un disagio sociale. A seguito dell’arresto di due uomini spacciatori e il fermo di una delle loro figlie di 16 anni, il Questore Francesco Messina afferma che «ciò che emerge è un contesto difficile, di degrado, dove viene a mancare una rete sociale e non è la prima volta che ci capita in questa provincia. La polizia fa il massimo per la repressione ma sta anche ai cittadini segnalare situazioni in cui il disagio sfocia nel crimine». Tutto è cominciato con un controllo della volante che ferma un auto con a bordo due uomini. Ma prima che la macchina si fermasse notano che gli adulti passano qualcosa di sospetto alla ragazza che provvede a nasconderlo nel reggiseno. Gli agenti si insospettiscono e dopo una perquisizione in commissariato scoprono di trovarsi difronte a dei pusher ben organizzati. All’interno del pacchetto trovano 4 grammi di cocaina. Il 41enne originario di Foligno e il 44enne tifernate vengono così denunciati per possesso di stupefacenti, mentre la figlia del folignate viene segnalata alla procura dei minori di Perugia. Scatta la perquisizione nelle loro abitazioni dove non trovano sostanze stupefacenti, ma tutto l’armamentario per confezionare le dosi. Suscita sospetto anche l’atteggiamento della moglie 38enne, originaria di Perugia, che difende il marito. Mentre la ragazza 16enne giustifica il genitore sostenendo «Mio padre spaccia per mantenerci».  Parole che colpiscono, specie se a pronunciarle è una ragazza di 16 anni. Ciò che emerge a seguito di ulteriori indagini è che il giro di affari per lo spaccio era ben organizzato e consistente. Dai tabulati telefonici del cellulare in uso al 41enne si evidenzia una rete fitta di clienti. Molti testimoni hanno confermato di rifornirsi abitualmente, anche più volte a settimana, in quella casa oppure nel parcheggio accanto al liceo, dove a smerciare era il 44enne. La polizia ha sentito anche amici della figlia, che hanno riferito di vedere abitualmente un viavai di clienti in quella casa a due passi dal liceo classico, dove molti a Città di Castello sapevano che si smerciasse droga. E solo grazie alle indagini della polizia del commissariato comandato dal vice questore aggiunto Lucia Ziliotto che è stata portata a galla questa grave storia di illegalità e grave degrado sociale. Il pm Paolo Abbritti, dopo aver raccolto tutte le prove,  ha chiesto e ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia in carcere per il padre di famiglia e ai domiciliari per la moglie e per il 44enne. L’ordinanza è stata eseguita a Perugia, dove la famiglia si è appena trasferita. Sia la 16enne che la sorella 14enne sono state tolte ai genitori e affidate a una struttura protetta. Nelle varie indagini è stato anche preso un pusher che smerciava davanti al liceo.

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