Fedeli in rivolta contro il vescovo, proteste a Spoleto e Montefalco: malumori in Valnerina

Gli appelli dei fedeli per scongiurare il trasferimento di alcuni sacerdoti, in particolare di Don Vito parroco di Montefalco e don Davide parroco del Sacro Cuore di Spoleto, pur raggiungendo il piano più alto del palazzo arcivescovile, non hanno sortito gli effetti sperati. Nessun ripensamento da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo, nessun margine per riconsiderare le scelte fatte. Le polemiche però non si spengono e, con il passare dei giorni, si allargano. Malumori anche in Valnerina per il nuovo piano voluto dall’arcivescovo con l’accorpamento di parrocchie storiche addirittura tra comuni diversi. ” Non meritiamo di essere trattati così”, dicono alcuni fedeli della Valnerina. Comuni che perdono in un sol colpo parrocchie centenarie senza un minimo di confronto sulla nuova organizzazione pastorale. Decisioni calate dall’alto, unilateralmente, non condivise e immodificabili. “Del resto, dopo la distruzione del terremoto di sette anni fa i ragazzi della Valnerina sono stati costretti a fare la Cresima a Spoleto”, aggiungono alcuni residenti della montagna. Nel frattempo, i fedeli delle parrocchie del Sacro Cuore e San Sabino hanno raccolto più di mille firme per chiedere all’arcivescovo Boccardo di non trasferire don Davide Travagli, arrivato appena tre anni fa. Non si placano le polemiche nemmeno a Montefalco dove i fedeli si “oppongono” da settimane al trasferimento di don Vito. A scendere in campo addirittura l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale Tricarico. “Trasferire un parroco non è come cambiare un direttore di banca. Togliere un parroco ad una comunità è come privare una famiglia del padre, semplicemente disumano”, ha scritto il Generale, uomo stimato non solo in Italia.