“I migranti andrebbero annegati”, un medico perde le staffe su Facebook: provvedimento disciplinare. Barberini: “Intollerabile”

SPOLETO – Quando il razzismo tracima, invade i social e si trasforma in un boomerang. E’ il caso che travolto un dirigente medico, in servizio presso il Pronto Soccorso di Spoleto, prontamente rilanciato da un tweet velenoso di Selvaggia Lucarelli e oggi raccontato dal Messaggero dell’Umbria. Il post è stato scritto nel gruppo di facebook Doctorsinfuga. Nelle due righe parla di “negracci” e dice che “andrebbero annegati”.

A carico della dottoressa è stato aperto un provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei medici e uno da parte dell’Asl. Dopo l’uscita del post, la bacheca della dottoressa è stata presa d’assalto dagli insulti e dagli attacchi. “Di fronte a dichiarazioni razziali e che non rispettano la dignità della persona – ha detto al Messaggero l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini – non possiamo certo far finta di niente. Verificherò che ci sia tutta l’attenzione massima, seguendo le procedure e attivando tutti i percorsi normativamente e contrattualmente previsti, senza se e senza ma”.

“Ho appreso con sgomento le assurde e vergognose farsi razziste, diffuse attraverso i social network, da un medico in servizio presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Spoleto – ha scritto su Facebook l’assessore Barberini –  Ho chiesto ai vertici della Usl Umbria 2 di fare immediatamente le verifiche del caso, attivando tutti i percorsi normativi previsti. La Direzione aziendale ha già avviato un procedimento disciplinare e sarà un’apposita commissione a valutare gli aspetti sanzionatori. Affermazioni di questo genere, che non rispettano la dignità delle persone, non sono mai tollerabili e risultano ancora più gravi se fatte da chi ricopre certi ruoli e dovrebbe essere impegnato a garantire un servizio pubblico essenziale, come la tutela della salute.
La sanità umbra è un’eccellenza al livello nazionale e si è sempre contraddistinta per la grande professionalità, umanità e solidarietà dei suoi operatori. Questa storia rappresenta un caso isolato, che non scalfisce in alcun modo questi valori, che continueremo a promuovere a tutti i livelli”.

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