Ast riparte il lavoro ma le incertezze sono tante: silenzio delle istituzioni su idrogeno, piano industriale e fondi Pnrr

Dopo un lungo fermo e cali consistenti dei volumi questa mattina sono stati riaccesi gli impianti di alcuni reparti delle acciaierie rimasti fermi – tra cassa integrazione e ferie – per un mese. Così, il primo turno delle 6 ha visto tornare al lavoro operai e dipendenti di Ast con la speranza di recuperare quella normalità messa in discussione nelle settimane scorse. Il 2023 resta però un anno caratterizzato da tanti dubbi e poche certezze. “Sembrerebbe – afferma Massimiliano Catini della Fiom Cgil – che per settembre ed ottobre i volumi ci siano”. Due mesi certi ma per il futuro ? Restano le preoccupazioni dei lavoratori anche perché dell’accordo di programma tra ministero, regione e Ast ancora non c’è traccia. Senza accordo sarà difficile conoscere bene le intenzioni del gruppo Arvedi, avere prontezza del piano industriale e degli investimenti e del futuro delle produzioni e dei livelli occupazionali. La sensazione è che i lavoratori vivono un pò alla giornata in attesa della sottoscrizione dell’accordo di programma e degli investimenti successivi previsti ( quasi 800 milioni di euro). Tra l’altro, da otto mesi non si hanno più notizie nemmeno della possibilità di Ast di diventare polo di riferimento del piano di decarbonizzazione previsto dal Governo , attraverso l’approvvigionamento di energia green. Fu la stessa governatrice dell’Umbria, nel dicembre dello scorso anno, ad annunciare una svolta così importante sul versante dello sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale. A distanza di tanti mesi però non si hanno più notizie in tal senso. La Tesei non ha fatto più accenni alla opzione green, da Roma nessuno si è più fatto vivo. Stessa sorte anche per il piano energetico nazionale: tante parole sulla necessità di garantire costi dell’energia competitivi ma nessun lieto fine. Ultima incertezza arriva sempre da Roma: ancora silenzio sui fondi Pnrr e il miliardo di euro tolto dal governo sui progetti di utilizzo dell’idrogeno nell’industria pesante.  Un fondo da quale dipendeva una buona parte degli investimenti previsti nel piano industriale presentato da Arvedi. Una vicenda che pesa sullo stesso accordo di programma. Rispondendo in consiglio regionale ad una interrogazione del M5S la presidente Tesei aveva garantito che la firma sull’accordo di programma era ormai dietro l’angolo e che gli investimenti per la decarbonizzazione rappresentavano uno aspetto qualificante dei piani. Da allora però non si hanno più notizie e la firma non c’è ancora stata.