Terni, processo Spada: chiesti due anni per l’ex Sindaco Di Girolamo. Requisitoria dell’accusa.

Alla fine della sua requistoria il pubblico ministero Matthias Viggiano ha chiesto la condanna per i venti imputati nel cosiddetto processo Spada. Per la Procura della Repubblica di Terni ci sono tutti gli elementi per ipotizzare che ci fu una turbata libertà degli incanti in relazione agli appalti alle cooperative sociali per il verde pubblico, i cimiteri e la gestione della Cascata delle Marmore. Una indagine della squadra mobile e della guardia di finanza di Terni che portò a maggio del 2017, ai domiciliari l’ex Sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’ex assessore Stefano Bucari. In poche parole , secondo l’accusa, la giunta comunale divise gli appalti in più lotti allo scopo di favorire le stesse cooperative sociali, non rispettando così la normativa vigente. Tesi che gli imputati hanno sempre respinto con determinazione. Nella sua requisitoria il pubblico ministero Viggiano ha chiesto la condanna dell’ex Sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’ex assessore Stefano Bucari a due anni e un mese di reclusione. Per l’ex dirigente Renato Pierdonati  due anni e quattro mesi di reclusione Un anno per Carlo Andreucci della cooperativa Alis mentre per gli altri 16 imputati ( gli ex assessori Francesca Malafoglia, Emilio Giacchetti, Libero Paci, Luigi Bencivenga, Roberto Fabrini, Sandro Piermatti, Silvano Ricci, Renato Bartolini, Marco Malatesta, Daniela Tedeschi, Simone Guerra. Giorgio Armillei, Francesco Andreani e Cristhia Falchetti Ballerani, per il dirigente Luciano Sdogati e il funzionario Federico Nannurelli) ha chiesto pene che vanno dai 6 agli 8 mesi.  Ora sarà la difesa a smontare l’impianto dell’accusa provando a dimostrare che in realtà non ci furono assolutamente illegalità e favoritismi. La discussione , con gli interventi degli avvocati difensori , riprenderà il 17 settembre prossimo. La sentenza potrebbe arrivare a fine ottobre.