Via Francigena – Via Romea

di Donatella Porzi

Sabato 14 marzo a Città della Pieve c’è stato un importante appuntamento a cui sono stata invitata in qualità di ex assessore alla cultura della Provincia per discutere della via traversa “via Francigena-via Romea”. Hanno  preso parte all’evento il sindaco della città Fausto Scricciolo, l’assessore alla cultura Carmine Puglisi, il sindaco di Radicofani Francesco Fabbrizzi, il sindaco di S.Casciano Paolo Morelli e la presidente della Commissione cultura l’eurodeputata Silvia Costa.

La conoscenza di un territorio comincia dai suoi confini geografici. È entusiasmante sentirsi a casa propria, in Umbria, e andare a parlare con umbri che, a un passo da casa loro, trovano già dei toscani, dei marchigiani, dei laziali!

È così bello che ho deciso di ripartire da queste situazioni di confine per percorrere la nostra regione.

Mi muoverò molto sui social, sulle “reti”, ma, intanto, non voglio affatto abbandonare il curioso rovescio di quella parola. “Reti”, infatti, letto al contrario, dà “iter”, cioè cammino, percorso fisico e materiale. Lo trovo molto suggestivo.

Con questo tipo di “lente”, un po’ navigazione nella rete un po’ cammino per le strade dell’Umbria, ho guardato, ad esempio,la scena che, sabato scorso, si è animata a Città della Pieve.

Qui il sindaco Scricciolo ha ospitato i suoi colleghi di Radicofani e San Casciano dei Bagni (Provincia di Siena) per siglare il patto che unisce la via Francigena e la via Romea germanica attraverso i territori dei tre Comuni di confine.

Mi sono tornate alla mente impressioni recenti che,  ho vissuto molto da vicino: il “nostro” percorso francescano Assisi-Gubbio e un evento spettacolare organizzato,  nel cartellone di “Isole”, con Città della Pieve, Radicofani e San Casciano, sul Canale maestro della Chiana, cioè sul luogo esatto del “confine”.

Oggi, come allora e anche più di allora, è possibile integrare idee e risorse per andare incontro a ciò che da noi vuole l’Europa.

Come ci ricordava l’onorevole Silvia Costa, occorre far circolare le persone, con i loro problemi e con le loro speranze, da un punto all’altro del territorio, o per lo meno, se abbiamo un ruolo istituzionale, essere sempre sul luogo dove si manifesta l’esigenza di un confronto per aiutare, lì e non solo da Perugia, la crescita economica e culturale.

Solo se cresce in questa maniera, un territorio sarà in grado di accogliere gli ospiti col calore della porta di casa che s’apre a chi visita la tua terra.

E, nella prospettiva del futuro accorpamento di Regioni che presto interverrà, questo mi sembra il modo migliore per anticipare un percorso burocratico e dare alla riforma il sapore e il tono di un movimento partecipato e proveniente dalla base popolare del nostro Paese.

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