Trump

Il giorno dopo le elezioni americane, il “ciclone” Trump si fa sentire anche a Perugia fra i connazionali e turisti. Vince il “reality show”, vincono il clamore, la provocazione e le affermazioni ad effetto, figli di un’epoca in cui parte dell’opinione pubblica subisce il fascino dello spettacolo. Reazioni contrastanti fra sconforto, stupore, rassegnazione e moderato ottimismo per il futuro. “E’ una vergogna – afferma Sarah Fuller, studentessa e stagista presso l’ufficio Relazioni internazionali dell’Università per Stranieri di Perugia – sono rimasta esterrefatta di questa scelta da parte dell’elettorato americano. Dovremmo concentrarci ora sul futuro e non tornare al passato. Capisco il voler mantenere quelli che sono i valori tradizionali, ma le sue idee contrastano con il progresso. Per prima cosa – continua – sul tema ambiente penso che dovremmo concentrarci su quelle che sono le fonti alternative, mentre lui non crede possano essere l’alternativa. La collaborazione tra i diversi stati potrebbe poi garantire il progresso anche per tutti i cittadini, non siamo più una sola America, gli Stati Uniti non sono più come prima, oggi siamo un paese nuovo in cui vi sono tante facce di persone che ci vivono. Dovremmo pensare a unirci e a lavorare insieme, invece di dividerci e rivolgere lo sguardo al passato”. Sorpresa, amarezza e paura i sentimenti provati a caldo da altre studentesse americane che stanno frequentando il corso di lingua e cultura italiana della stessa università, soprattutto per le sue affermazioni forti. “Quello che più mi spaventa – dice Julia Guerra Antonia – è l’intenzione del neo presidente di voler espellere gli immigrati irregolari dagli Stati Uniti d’America, ci sono troppe persone insediate da qualche tempo e sarebbe immorale e impossibile trasportare fuori dal paese così tanta gente, oltre che essere un costo insostenibile. Non c’è nulla del programma che infonda fiducia: immigrazione, economia, business, spaventa il suo temperamento”. D’accordo con Julia è Helene Fitzpatrick, delusa, perché Trump rappresenta un sentimento comune a molti americani. “Il disfacimento della politica americana”. Non è d’accordo per niente con il programma di Donald Trump e definisce la giornata di oggi “triste”, anche Anthony De Matteo – docente della Wall Street English Perugia – “tante cose fanno paura, dal fatto che potrà nominare i giudici della Corte Suprema, costruire il muro che segnerà il confine con il Messico”.“Di fatto, questa vittoria, non mi ha scioccato, bisognava aspettarsi il cambio di partito – sostiene l’altra docente della scuola, Anamaria Sierra – vista l’alternativa. “Che cosa ha offerto Trump nel suo programma? Niente di tangibile in fondo, nemmeno dalla crisi del 2008, non è stato fatto nulla per una ripresa economica concreta. Riportare l’America agli antichi splendori non sarà cosa facile, sembra che voglia percorrere la strada verso l’isolamento. Il futuro è ancora incerto, non resta che attendere”. Le sue parole si dovranno confrontare con i valori americani. Sensazione d’incertezza comune quindi tra alcune persone di nazionalità americana che vivono a Perugia: non resta che aspettare il 20 gennaio, giorno in cui il nuovo presidente degli Stati Uniti s’insedierà alla Casa Bianca…di Sonia Brugnoni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.