Foligno, Manolo il Capriolo è la nuova attrazione. Il Wwf: “L’umanizzazione è un rischio”

FOLIGNO – L’hanno ribattezzato “Manolo il capriolo” e da circa un anno questo giovane ‘Bambi’ ha scelto di vivere in città, a Foligno. Precisamente in un piccolo appezzamento di terreno incolto che si trova nella zona nord, nel cuore della parte commerciale della città, al centro di alberghi, ristoranti e supermercati. Insomma, a Manolo sembrano proprio piacere la confusione e soprattutto la gente.
I primi avvistamenti del cucciolo – del quale si sono occupati i giornali locali -, tra le sterpaglie risalgono ai mesi scorsi. Da allora l’animale è diventato adulto al punto da sfoggiare un paio di corna. “Ma soprattutto si è umanizzato e questo non è un bene per lui” ha detto all’ANSA, Sauro Presenzini, presidente Wwf della provincia di Perugia.

“L’animale – ha aggiunto – ha preso confidenza con l’ambiente urbano e in particolare con le persone al punto che quando sente la presenza umana non esita a uscire dalle sterpaglie per avvicinarsi nella speranza di rimediare del cibo”. Il capriolo tra i palazzi della città suscita ogni giorno la curiosità di decine di persone che si fermano nello spiazzo antistante le sterpaglie in attesa che Manolo faccia capolino.
“C’è chi resta lì in attesa per ore per farsi un selfie – ha spiegato ancora il presidente del WWf -, chi gli porta acqua o chi addirittura crocchette come se fosse un cane, tutte cose che stanno mettendo a rischio il capriolo, anche se comprendo che molti gesti sono dettati dall’affetto che ormai si prova per questo animale”. Presenzini ha anche evidenziato i pericoli che questo ‘Bambi’ folignate corre. “Umanizzarlo – ha detto – gli ha cambiato le sue naturali abitudini e sono sempre più frequenti incursioni sulle strade circostanti, per altro molto trafficate e quindi il rischio che finisca investito è alto”.
Presenzini ha suggerito quindi di lasciarlo vivere tranquillo in questo spazio verde che si è scelto. Intanto il Wwf perugino ha informato l’ufficio Ambiente della Regione Umbria “che è preposto alla gestione di queste situazioni”, ha spiegato ancora il presidente secondo cui, comunque, una soluzione immediata è difficile da individuare. “Il capriolo – ha sostenuto – a questo punto andrebbe trasferito altrove, ma per farlo occorre catturarlo e questo potrebbe comportare dei rischi”. Secondo Presenzini infatti la cattura, magari con l’utilizzo di sonniferi, “potrebbe provocare uno stress cardiaco che potrebbe essergli fatale”. E poi ci sarebbe il dilemma di dove portare Manolo. “In uno zoo o in strutture simili – ha affermato – ci auguriamo proprio di no, diventerebbe solo un fenomeno da baraccone, ma l’alternativa non può certo essere quella di rilasciarlo libero nei boschi. Da alcuni giorni è stata aperta la caccia finalizzata proprio alla selezione dei caprioli, consegnarlo alle doppiette dei cacciatori sarebbe un delitto”.

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