Gubbio, convegno a Cupra Marittima sul legame tra Piceni e Umbri

GUBBIO – Invitato da Vermiglio Ricci, presidente dell’Archeoclub di Cupra Marittima,  l’assessore Augusto Ancillotti è stato  nella città in provincia di Ascoli Piceno,  per partecipare ad un incontro che mette in luce la stretta affinità tra la cultura degli antichi Umbri e quella dei Piceni, un legame che emerge tanto dal testo delle Tavole di Gubbio quanto dalle testimonianze archeologiche ed epigrafiche.

“Sono stato chiamato diverse volte a Cupra – dichiara l’assessore Ancillotti  – per  illustrare in conferenze pubbliche i contenuti delle Tavole e l’importanza che questa conoscenza ha anche per l’intera Italia Centrale. In virtù dei consolidati legami di amicizia  tra l’Archeclub e l’IRDAU, si sta lavorando per organizzare una  “trasferta” a Cupra della rappresentazione teatrale “Le parole venute da lontano”,  tenuta l’estate scorsa al Teatro Romano di Gubbio. La compagnia “Il teatro della fama” si è dichiarata ben disposta a portare nella Regione Marchigiana  la pièce che mette in scena la scoperta delle Tavole, il loro acquisto da parte del Comune di Gubbio, gli sforzi degli studiosi nei secoli per giungere alla comprensione di quei testi arcani. Ma la collaborazione tra l’IRDAU e l’Archeoclub di Cupra Marittima si estende anche alla progettazione di un “circuito della dea Cupra”, l’antica divinità paleoumbra, il cui nome significa ‘buona’ a cui erano devote non solo le donne umbre e picene, ma anche gli uomini, in quanto considerata la divinizzazione della madre terra. Gubbio aveva un santuario a San Pietro in Vigneto, dove è venuta alla luce la statua del Marte Cyprio, cioè del paredro della dea Cupra. Inoltre  – prosegue Ancillotti  – nella III Tavola la stessa dea è chiamata Vesona, che significa sempre ‘buona’ nella lingua delle Tavole. Il circuito dovrà comprendere oltre a Gubbio e a Cupra Marittima anche Cupra Montana, Colfiorito e Fossato di Vico, tutti luoghi in cui c’erano santuari della dea. Infine, nel corso degli ultimi due anni, ho curato l’analisi glottologica di un migliaio di toponimi cuprensi, che l’Archeoclub intende pubblicare. I prossimi giorni dovremo fare dei sopralluoghi per verificare la correttezza di alcune mie ipotesi interpretative”.

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