Joan è cittadino italiano, il Comune lo iscrive all’anagrafe

PERUGIA – Il piccolo Joan, figlio di una coppia omosessuale, è cittadino italiano. Il Comune ha trascritto l’atto di nascita dopo le iniziali polemiche che avevano visto Romizi non provvedere a tale adempimento in mancanza di una chiara procedura. L’iter è stato chiarito con una lettera inviata dal ministero dell’Interno sia al Comune che alla Prefettura.

“Il sindaco Romizi – spiega Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – ha trascinato in maniera arrogante l’istituzione comunale in un’assurda e medievale battaglia ideologica ai danni di una famiglia omogenitoriale per compiacere le frange più integraliste e retrograde della sua parte politica. A quanto riporta la stampa, il sindaco Romizi ha finalmente dovuto cedere di fronte all’indignazione di ampia parte della società civile e alla mobilitazione di Omphalos e delle altre associazioni e fare definitivamente un passo indietro. La trascrizione parziale è un dietrofront che arriva in maniera tardiva e insufficiente. Se confermata, questa sarebbe una grave ammissione di responsabilità da parte del primo cittadino: le norme che consentono la trascrizione dell’atto di nascita andavano applicate dieci mesi fa. Il rifiuto di riconoscere la nascita del piccolo, arrivato nel giugno scorso, è stato un atto gravemente discriminatorio oltre che crudele dal momento che ha causato gravi difficoltà al piccolo e alla sua famiglia”.

“Il Sindaco di Perugia si è dunque arreso con colpevole ritardo di parecchi mesi – dicono i Radicali Michele Guaitini e Andrea Maori – Si è arreso difronte all’evidenza dei fatti, si è arreso alla giurisprudenza ormai costante che non frappone più ostacoli in tema di trascrizione di figli di coppie omosessuali, si è arreso alla mobilitazione che associazioni (Omphalos su tutte) e singoli cittadini hanno posto in essere per accogliere il loro nuovo concittadino, si è arreso difronte alle interrogazioni parlamentari, al ricorso in tribunale, agli articoli di stampa che hanno portato alla ribalta questo caso ormai unico in Italia di un bimbo impossibilitato a vedersi riconosciuto il diritto di cittadinanza”.

 

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