Narni, vie e piazze intitolate a prof. Crisi, mons. Cotini, Fallaci e morti bianche

NARNI – Saranno dedicate al prof. Ludovico Crisi, a mons. Gino Cotini e ad Oriana Fallaci alcune vie e piazze della città. Lo ha deciso il consiglio comunale che ha approvato una serie di proposte per intitolare spazi pubblici di pregio a personalità “che – si legge in un documento – con la loro opera, hanno lasciato una traccia indelebile e si sono particolarmente distinte nella vita sociale del  territorio, contribuendo a scriverne la storia”.

Il prof. Crisi, proposto dal capogruppo Ptn Sandro Amici, per oltre trent’anni, dall’inizio dei ’60 fino quasi al duemila è stato primario del reparto di chirurgia generale ed urologica all’ospedale cittadino. “Grazie alla sua opera – si legge sempre nel documento – l’ospedale ha sicuramente toccato il momento più alto e all’epoca competeva alla pari se non in maniera superiore con ospedali di città molto più grandi”. Mons. Cotini, proposto dal presidente del consiglio Daniele Latini, sacerdote, archivista, scrittore e anche partigiano durante la seconda guerra mondiale, divenne sacerdote a soli 23 anni (2 maggio 1940) e parroco a Configni, in provincia di Rieti. Entra ben presto a far parte del nucleo della Resistenza locale, nascondendo nella casa parrocchiale diversi partigiani. Nel 1944 riesce ad impedire al comando tedesco la deportazione degli abitanti del paese, alla fine della guerra viene nominato presidente del Comitato di liberazione nazionale locale. “Ma il legame più forte – è spiegato nel documento consigliare – è quello con la sua città natale, dove torna nel 1952, prima come insegnante del seminario poi come canonico della cattedrale e infine come parroco della chiesa di Sant’Agostino dove rimane fino al 1985, avviando anche importanti restauri. Grazie ai suoi importanti studi sugli statuti del 1371 e al suo impulso, nel maggio del 1969 si tenne la prima edizione moderna della Corsa all’Anello, di cui è stato uno dei soci fondatori”. La Fallaci, proposta dal capogruppo FI Sergio Bruschini, “seppur non legata direttamente alla città – sta scritto sempre nel documento – è senza dubbio un personaggio di caratura internazionale. Come giornalista iniziò nel 1967 in Vietnam, corrispondente di guerra per l’Europeo, tornandoci ben dodici volte in sette anni. Documentò falsità e atrocità ma anche eroismi ed umanità di un conflitto che definì una sanguinosa follia. Come inviata di guerra seguì anche i conflitti tra India e Pakistan, in Sud America ed in Medio Oriente. Nel 1969 si recò negli Stai Uniti per assistere e documentare il lancio dell’Apollo 11”. Spazi pubblici saranno dedicati anche alle morti sul lavoro, con la proposta del gruppo Psi. “Il dato in Italia – spiega il testo approvato dall’assemblea di Palazzo del Podestà – recentemente è tornato a crescere, con un aumento nel 2015 del 16% rispetto al 2014, con l’impressionante frequenza di tre vittime al giorno a livello nazionale. Anche l’Umbria non è immune dall’incremento degli incidenti mortali, anche se la percentuale del 5,1% è sensibilmente inferiore a quella nazionale”.

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