Perugia, la Caritas benedice la legge contro gli sprechi alimentari

PERUGIA – “Diceva già papa Francesco nella “Laudato sì” che:  “molte cose devono riorientare la propria rotta ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Laudato sì mi Signore, cantava San Francesco per sora nostra madre terra. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei””. A ricordarlo è il diacono Giancalo Pecetti, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, nel commentare la notizia dell’approvazione in Parlamento, avvenuta la scorsa settimana,  della legge contro gli sprechi alimentari e dei farmaci. “E’ una legge che speriamo possa aiutare a ridurre sensibilmente gli sprechi di prodotti alimentari  – commenta il direttore della Caritas perugina –, che in Italia hanno raggiunto l’impressionante cifra di 5 milioni di tonnellate per un valore di 8 miliardi di Euro gettati nei cassonetti dei rifiuti dove purtroppo alcuni poveri vanno a rovistare per recuperare un po’ di cibo. La Francia ha già emanato disposizioni in tal senso obbligando la “grande distribuzione” a cedere gratuitamente prodotti non più commerciabili ad Enti “no profit””.

“In attesa dei decreti attuativi  di questa legge, la Caritas, già da tempo – evidenzia il diacono Pecetti –, era impegnata attraverso una collaborazione con alcune realtà commerciali alla ridistribuzione di prodotti prossimi alla scadenza nel rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti. Emanare una legge che aiuta a non sprecare e premia chi in questo si impegna – commenta ancora il direttore della Caritas perugina –, è atto di grande civiltà e, come è stato sottolineato, di grande portata etica ed economica e non può non trovarci coinvolti. La presenza di Volontari è una condizione “sine qua non” per svolgere il servizio in questa opera; senza di loro non si potrebbe certamente contribuire alla diminuzione di questo fenomeno così rilevante”. “La Caritas diocesana – conclude il suo direttore – intende sempre più impegnarsi in questo ambito per portare il suo contributo al radicarsi di una cultura anti-spreco. In primo luogo perché questo fa parte di una attenzione all’uomo che le è propria, soprattutto nel momento in cui si trova nella difficoltà e indigenza, poi perché c’è l’esigenza del formarsi di una mentalità nuova sull’utilizzo attento delle risorse. Questo impegno può essere anche un  concreto sostegno al bilancio familiare ed infine ci aiuta nel rispetto della natura e dei suoi frutti e alla custodia di tutto il creato”.

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