Perugia, l’Itts “Volta” investe sull’ingresso delle tecnologie nella didattica

PERUGIA – Nel mondo dell’istruzione è all’ordine del giorno il tema dell’educazione digitale e dell’innovazione del sistema scolastico, e sempre più si parla di ‘classi 2.0’ per riferirsi a quegli ambienti didattici caratterizzati dal diffuso e costante uso di nuove tecnologie. È a questo modello che guarda anche l’Istituto tecnico tecnologico statale ‘Alessandro Volta’ di Perugia che da anni investe su questo ambito, sia a livello di strumentazione che di formazione dei docenti. Rientra in quest’ottica anche l’evento ‘Digit@lend 2017 – 3° International learning event’ che si è svolto nella scuola perugina venerdì 8 settembre. Una giornata nella quale esperti di livello internazionale hanno potuto illustrare a cento insegnanti, provenienti anche da fuori regione, le loro esperienze e le loro idee in merito all’integrazione delle nuove tecnologie in campo educativo.

All’evento, organizzato in collaborazione con Lend-Gruppo Lend Perugia e Med Store, sono intervenuti infatti Scott McLeod, professore associato di Educational Leadership all’University of Colorado Denver, Paolo Migliavacca, formatore Apple nell’ambito della didattica, e Nicky Hockly, responsabile pedagogica di The Consultants-E. A introdurre i lavori la dirigente scolastica dell’Itts ‘Volta’ Rita Coccia. “Da questo importante appuntamento – ha commentato Coccia – i docenti potranno ricavare nuovi spunti per il loro lavoro. Del resto, vediamo come sempre più l’innovazione nel metodo di lavorare e nel fare scuola sia fondamentale per il futuro, anche lavorativo, degli studenti e, di conseguenza, per aumentare il Pil della nostra nazione”. “A differenza di alcuni anni fa – ha affermato Hockly –, oggi gli insegnanti hanno compreso che la tecnologia è qua ed è qua per restarci. Siamo circondati da tecnologie e anche solo un cellulare in grado di fare foto e registrare può essere utile dal punto di vista educativo. L’importante è far capire ai professori le potenzialità di questi strumenti”. Strumenti che nelle scuole possono essere i più disparati: dagli smartphone ai classici computer, dai tablet ai notebook fino alle lavagne elettroniche. “Sono mezzi – ha spiegato McLeod – che gli studenti devono poter utilizzare, non un qualcosa riservato all’insegnate e che il ragazzo subisce passivamente. La tecnologia è un elemento liberatorio per gli studenti perché grazie a essa possono imparare e fare, praticamente, ciò che vogliono”. “Questi dispositivi – ha aggiunto Migliavacca – sono una grande opportunità per permettere agli studenti di mettere a frutto i loro talenti.

Essi riescono a dare un valore aggiunto al lavoro dei ragazzi, per esempio, rendendo ‘reali’ i progetti da loro immaginati. È la cosiddetta ‘realtà aumentata’ che consente loro di sviluppare le proprie idee. Pensate solo alla possibilità di raccontare la propria vita attraverso supporti multimediali, cosa che prima potevano fare solo studi professionali”. Migliavacca si è, infine, espresso sulla necessità di trovare investimenti per sviluppare certi piani. “Molti – ha detto Migliavacca – sono i programmi che vedono le scuole con i loro fondi insieme alle comunità locali, alle aziende e alle associazioni dei genitori. È necessario far capire ai possibili investitori l’importanza di integrare la tecnologia nella didattica, ricordando che questa è lo strumento che può abilitare progetti che possono essere pensati dalle insegnanti e dai loro dirigenti insieme alle comunità in cui vivono, così come ci ha spiegato McLeod”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.