Regionali, c’è anche “Potere al Popolo”

PERUGIA – Per le prossime Regioni c’è Potere al Popolo. “Partiamo da noi innanzitutto, noi che con fatica abbiamo costruito in questi mesi Potere al Popolo! in Umbria, noi che ci siamo concentrati più sulla difesa degli interessi della gente comune e dei territori che sulla dinamica elettorale. Noi che abbiamo deciso di mostrare i denti sorridendo contro chi ci ricatta sul lavoro e contro chi ci taglia i trasporti pubblici, la sanità, il welfare con l’unico fine di far quadrare i conti come impone l’austerity. Partiamo da noi che siamo un movimento giovane, che pensa che le elezioni siano uno strumento e mai un fine.
Noi ricattate e ricattati sul lavoro, con contratti che sono coltelli il cui manico è nelle mani dei padroni, quando i contratti ci sono.
Noi precarie e disoccupate, senza il benché minimo straccio di garanzie per costruire il nostro oggi e il nostro domani.
Noi donne spesso strette nella morsa figli-casa-lavoro che non ci lascia il tempo di respirare, costrette a essere ultra competitive.
Partiamo da noi questa volta, con la volontà di partecipare alle prossime elezioni regionali perché pensiamo che le ragioni delle “nostre” e dei “nostri” debbano avere voce nel dibattito pubblico, anziché essere sequestrate da Lega e Pd sulle retoriche di sempre e sulla dicotomia degli opposti estremismi.
Noi sappiamo che oggi non basta più dire che non ci alleeremo con il Pd, anche se ribadirlo è necessario. Vogliamo invece dotarci di un nostro programma di attacco, che parta dalle elezioni regionali per guardare soprattutto in prospettiva: ecco quindi che parlare di salario minimo e di riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, di lotta per la difesa dell’ambiente e dei territori e per la loro messa in sicurezza, di proteggere e difendere le zone colpite dal sisma del 2016 dallo spopolamento causato dalla pessima gestione della situazione emergenziale e della ricostruzione, di schieramento contro la politica collusa coi poteri forti nella gestione dei rifiuti e la privatizzazione dei beni comuni, è di primaria e assoluta importanza tanto quanto mettere al centro l’unità, sul terreno degli interessi materiali della maggioranza e la loro rappresentanza.
Vogliamo che queste elezioni siano l’opportunità per resistere e creare un movimento ampio, anticapitalista e antifascista, che sappia riconnettere il nostro blocco sociale e sappia organizzarlo contro la barbarie, o saranno solo un altro appuntamento per segnare divisioni e ulteriore frantumazione. Noi pensiamo che il terreno identitario sia una risorsa, ma al tempo stesso occorre ragionare in termini dialettici per ricostruire un programma comune con tutte le forze che vogliono rompere con il consociativismo del centro sinistra e dei sindacati confederali, con la guerra ai poveri della Lega, con l’attacco sistematico all’ambiente e ai diritti del lavoro del padronato, con tutte le forze che sono contro lo strapotere della massoneria che usa la politica per i propri scopi. La nostra proposta è quella di intraprendere con tutte le realtà organizzate, i partiti, le associazioni, i comitati a difesa dell’ambiente e dei territori, quelli di quartiere, le compagne e i compagni delusi da chi aveva promesso rottura e si è invece prostrato alla UE e alle politiche della Lega, un percorso totalmente diverso dalle solite riunioni di segreterie tra vertici, che sia veramente assembleare, in cui ognuna e ognuno possa prendere voce.
Un percorso da lanciare con un’assemblea aperta nei primi giorni di Settembre, che porti alla scelta condivisa di una candidata o di un candidato Presidente della Regione sulla base di un programma condiviso.
Noi siamo per ribaltare per davvero il metodo di fare politica: piantare bandierine per stabilire chi nella sconfitta sarà meno sconfitto degli altri è semplicemente un regalo che faremmo ai padroni.