Regione, Comitato di Monitoraggio: “La legge regionale sulle acque è inattuata”

PERUGIA – “La legge regionale ’22/2008′, che dovrebbe regolare la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo della acque minerali, di sorgente e termali rappresenta l’ennesimo esempio di un provvedimento approvato dall’Assemblea legislativa dell’Umbria che non ha poi trovato piena applicazione da parte della Giunta”. Così il presidente del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale commenta l’approvazione, da parte dell’organismo di Palazzo Cesaroni, della delibera che sancisce la “non attuazione” della legge. L’approvazione, con il sì di Raffaele Nevi (FI) e Sergio De Vincenzi (RP) e l’astensione di Carla Casciari (Pd), è stata preceduta dalla presentazione del ‘monitoraggio sugli adempimenti’ previsti dalla legge, svolto dagli uffici dell’Assemblea legislativa. Dal report, ha evidenziato il presidente Nevi, “emerge che in 8 anni non è stato adottato il ‘Piano regionale per l’individuazione, l’utilizzo e la valorizzazione delle sorgenti termali’. Il regolamento attuativo non è stato mai emanato. In più è stato accertato che la quota del 20 per cento del canone pagato dalle aziende che sfruttano le acque minerali umbre non è stato corrisposto ai Comuni su cui le sorgenti insistono, fatta eccezione per il solo anno 2010 e, in misura molto inferiore, nel 2012. Nel silenzio generale – ha concluso Nevi –quei soldi sono finiti nel calderone del Bilancio della Regione invece che nelle casse dei Comuni”.

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