Sicurezza, la Regione stanzia 175mila euro per progetti per i Comuni

PERUGIA – La Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, ha approvato all’unanimità l’atto di programmazione 2017/2018 in materia di sicurezza
urbana, previsto dalla legge ’13/2017′, proposto dall’Esecutivo regionale, su iniziativa dell’assessore Fabio Paparelli.

Il dirigente regionale Luca Conti ha spiegato che “per il 2017 è previsto uno stanziamento di 175mila euro, di cui 35mila andranno al patto Perugia Sicura e 25mila a Terni Sicura. I restanti 115mila euro finanzieranno i progetti presentati dai comuni sulla sicurezza urbana. Lo scorso anno ci siamo concentrati sulla video sorveglianza delle zone industriali. Quest’anno, oltre a proseguire su questa strada, è prevista anche la possibilità di finanziare progetti per le barriere anti-intrusione, come ad
esempio i pilomat, soprattutto per tutelare le nostre città durante le manifestazioni che prevedono la partecipazione di molte persone. Una esigenza, questa, emersa anche dalle Prefetture. L’obiettivo è quello di conciliare l’estetica dei nostri centri storici con la sicurezza dei cittadini. Il contributo regionale copre il 70 per cento dell’intervento, mentre i comuni si faranno carico del 30 per cento. I progetti possono arrivare al massimo ad un importo complessivo di 50mila euro. La maggior parte dei progetti di videosorveglianza presentati vanno a integrare postazioni che già esistono”.

I consiglieri regionali nei loro interventi hanno sottolineato l’esiguità delle risorse, rilevando la necessità di aumentare gli stanziamenti nei prossimi anni. L’atto, tra i vari allegati, contiene anche dei rapporti di
ricerca delll’Università di Perugia sulla sicurezza e criminalità in Umbria. Il presidente Smacchi ha proposto di dedicare una seduta della Prima commissione all’esame di questi studi, prevedendo anche un’audizione con gli estensori della ricerca, a partire dal coordinatore professor Stefano Anastasia.

Soddisfatto anche il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli.  “L’atto tra i suoi allegati – spiega il vicepresidente Paparelli – comprende anche la relazione sulla sicurezza in Umbria e un approfondimento sulla vittimizzazione e percezione della sicurezza sui quali la Prima commissione ha deciso di dedicare un’audizione con gli estensori della ricerca”.

“Gli studi presentati – ha detto il vicepresidente – sono frutto di un percorso di collaborazione intrapreso negli ultimi anni dall’Assessorato regionale alla Sicurezza Integrata e Polizia Locale e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, che risponde all’esigenza di fotografare la realtà territoriale, sia sul versante della criminalità ufficialmente rilevata e perseguita, sia sul versante della vittimizzazione reale e della sua percezione sotto forma di ‘sentimento di insicurezza’, quindi della ‘percezione’ che i cittadini hanno del livello di sicurezza nella comunità, in base al dettato della legge regionale 13 in materia. Il lavoro di rilevazione e analisi dei dati – aggiunge – risulta sempre più necessario al fine di sviluppare e intraprendere politiche e iniziative condivise e integrate in tema di sicurezza dei cittadini”

In particolare il rapporto “Criminalità e sicurezza in Umbria” elaborato dall’Università degli Studi di Perugia fa emergere un dato decisamente incoraggiante: “il numero complessivo di reati denunciati in Umbria è in costante diminuzione dal 2013 – afferma Paparelli evidenziando che lo studio, prendendo in considerazione gli ultimi sei anni, rileva che “l’andamento dei reati è stato di crescita tra il 2010 e il 2013 e di successivo e costante calo nel recente triennio, fino a raggiungere un livello inferiore anche rispetto al 2010, con una contrazione del 12,5 per cento”.

Dal rapporto, che ha focalizzato l’attenzione sull’andamento della criminalità in Umbria, in base alle statistiche ufficiali prodotte dall’Istat per il periodo 2010-15 e dai relativi aggiornamenti per l’anno 2016, messi a disposizione dalla Prefettura di Perugia emerge che “l’Umbria era e rimane una regione sicura – afferma il vicepresidente Paparelli – Lo dimostra il dato che la diffusione delle vittime di reato e la loro incidenza sul totale della popolazione residente è inferiore rispetto a quanto generalmente avviene nel resto d’Italia. Infatti, in tutti i reati che provocano la maggior parte di vittime, la regione Umbria evidenzia tassi di diffusione e di incidenza sulla popolazione decisamente più bassi rispetto all’insieme nazionale”.

Andando nel dettaglio lo studio evidenzia che il numero di omicidi e tentati omicidi registrato nel 2016 è quasi la metà rispetto a quello che si era registrato nel 2010 (14 nel 2016, 25 nel 2010), anche il numero di furti denunciati risulta inferiore (del 12,5 per cento) rispetto al 2010. Inoltre, risultano stabili, ma con tendenza alla riduzione nell’ultimo triennio, le rapine e sono in riduzione anche le denunce relative ai reati connessi alla normativa sugli stupefacenti (-13,6 per cento).

“Un trend chiarissimo – afferma il vicepresidente Paparelli – che, a partire dal 2013 e fino al 2016, ci riconsegna un territorio che, grazie all’attività delle istituzioni inquirenti e delle forze dell’ordine, ha saputo rispondere positivamente alle azioni di contrasto contro la criminalità”.

Secondo Paparelli “ci sono però dei segnali di criticità che non possono essere sottovalutati. Fenomeni particolarmente delicati sui quali ci dobbiamo interrogare”: da un lato, le percentuali più elevate rispetto al quadro nazionale relativamente ai delitti(+487%) e frodi informatiche(+120%) che rappresentano una significativa emergenza nel panorama dei comportamenti illegali della regione, e dall’altro, la percentuale di estorsioni(+175%) e usura (+267%) anch’essa più elevata rispetto al quadro nazionale, che va sempre tenuta sotto controllo in quanto indice, diretto o indiretto dell’azione di organizzazioni criminali che si muovono con l’obiettivo principale del controllo del territorio”.

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