Terremoto, il monito del cardinale Bassetti: “Italia paese fragile, priorità a sicurezza territorio”

PERUGIA – L’Italia è un paese fragile, per questo è necessario dare priorità alla salvaguardia e della messa in sicurezza del territorio. E’ il monito lanciato dal cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, attraverso le colonne del settimanale del Vaticano «L’Osservatore Romano».
«L’Italia è senza dubbio il paese della fragile bellezza – ha detto Bassetti – a, al tempo stesso, di una speranza mai doma. Il terremoto che nei giorni scorsi ha di nuovo colpito l’Abruzzo ci testimonia proprio questo: un paese fragile, con un territorio povero e difficile, ricco di paesaggi meravigliosi e di autentiche cornici di paradiso in terra. Luoghi che oggi il sisma e la neve hanno trasformato, improvvisamente, in luoghi carichi di angoscia e di desolazione, ma che lo sforzo davvero eroico dei soccorsi e dei volontari sta lentamente trasformando in un luogo dove il coraggio si dimostra più forte della distruzione, e la volontà di rinascere superiore al dramma della morte innocente».
Il porporato perugino, editorialista del quotidiano della Santa Sede, è stato chiamato anche a collaborare con la nuova iniziativa editoriale de Il Settimanale giunto al suo quarto numero dall’inizio del 2017, curando insieme ad altre autorevoli firme la rubrica “dialoghi”.
Il cardinale Bassetti, nel suo articolo, ricorda che «da sempre l’Italia convive con i terremoti e con questa struggente ambivalenza: la morte e la speranza». Testimoni di speranza nelle varie calamità naturali che si susseguono da decenni lungo la Penisola sono spesso anche dei sacerdoti. Il presule perugino, pensando ai due eventi disastrosi d’inizio secolo scorso, quelli di Messina e Reggio Calabria del 1908 e della Marsica, in Abruzzo, del 1915, richiama l’attenzione sulle figure di don Luigi Orione e di don Luigi Guanella. Entrambi furono ricordati da papa Paolo VI nel cinquantesimo del terremoto della Marsica, risaltando la loro «carità sollecita» e il loro «conforto dell’amore operoso e concreto». Bassetti prosegue la sua riflessione nell’evidenziare che «anche oggi, come ha detto Francesco al suo ultimo Angelus, non si può non guardare con speranza a tutti coloro che “sono impegnati con grande generosità nelle opere di soccorso e di assistenza” e a tutti quei gesti di solidarietà quotidiana che le popolazioni dell’Italia centrale stanno donando, spontaneamente, nei confronti di coloro che sono stati colpiti duramente dal sisma. Una solidarietà fattiva e concreta, spesso anonima, che vede, assieme, le famiglie, le singole persone e le associazioni di volontariato».
«Da questi segni di speranza concreti può rinascere la vita futura – osserva il porporato avviandosi alla conclusione –. Ma l’avvenire di questo fragile paese passa, doverosamente, anche da qualcosa di più complesso. Per esempio, riconoscendo l’assoluta priorità, nell’agenda pubblica, della salvaguardia e della messa in sicurezza del meraviglioso territorio italiano e di tutte le sue opere d’arte. Un patrimonio naturale e artistico che va difeso e tutelato perché, come ci insegna l’enciclica Laudato si’, l’ambiente è la “nostra casa comune”, che ci è stata data in custodia ma che non è nostra. E non ci appartiene. L’Italia è il “bel paese” per antonomasia e non le si deve togliere la speranza di esserlo anche negli anni futuri».

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