Infrastrutture per le telecomunicazioni, approvata la nuova legge regionale

Con 12 voti favorevoli dei consiglieri della maggioranza e 7 contrari dell’opposizione, l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha dato il via libera al disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale che apporta modifiche ed integrazioni alla legge regionale 31/2013 che detta ‘norme per le infrastrutture per le telecomunicazioni’.

L’atto, il cui iter si è svolto in Seconda Commissione, è stato illustrato all’Aula dal presidente Valerio Mancini che ha ricordato che la materia era ricompresa tra gli impegni evidenziati nel Documento di Economia e Finanza regionale 2021-2023 ed in particolare alla revisione della mission delle società in house, alla legge sull’openness e a quella su telecomunicazioni e impianti radioelettrici.

Nell’ottica della semplificazione delle procedure, la proposta di legge – ha spiegato Mancini – riguarda diversi aspetti tra i quali l’eliminazione del Piano telematico regionale, l’eliminazione dell’obbligo per Comuni e Province di approvare un proprio regolamento per l’uso del sottosuolo, l’eliminazione del precedente obbligo per i Comuni di adottare regolamenti comunali per l’installazione di impianti radioelettrici rendendolo facoltativo, l’eliminazione del riferimento alla presentazione dei Piani di rete come prerequisito per l’installazione e la modifica degli impianti radioelettrici e l’eliminazione di oneri diversi da quelli previsti dalla legge statale fatta salva la tassa o il canone per l’occupazione di suolo pubblico, a carico degli operatori Tlc.

Numerosi gli emendamenti presentati in Aula: 7 promossi dalla Giunta regionale, e nello specifico dall’assessore Michele Fioroni, tutti approvati con il voto della maggioranza. Erano stati tutti illustrati in Commissione, racchiusi in un maxi emendamento, necessari per l’armonizzazione del testo con le normative comunitarie e nazionali. Bocciati invece tutti gli emendamenti presentati dai consiglieri di minoranza. Riguardavano: il ripristino ed il rafforzamento del ruolo della Consulta regionale per le telecomunicazioni (Bori-De Luca-Bianconi); Il ripristino di un articolo (10) della legge poiché la sua abrogazione danneggerebbe le piccole medie imprese del territorio (Bori-Bianconi); Sostegno e assistenza ai Comuni per la redazione dei regolamenti comunali per l’installazione degli impianti radiolettrici (Bianconi-Paparelli); Evitare una totale de-regolamentazione della normativa prevista precedentemente (Bianconi-Paparelli); Garantire adeguate informazioni alla cittadinanza interessata prima della adozione dei regolamenti comunali per l’installazione degli impianti radioelettrici (Bianconi-Paparelli); Evitare una de-regolamentazione rispetto alla localizzazione di nuovi impianti radioelettrici scongiurando potenziale incertezza normativa e confusione per le amministrazioni locali (Bianconi-Paparelli).

Il relatore di maggioranza Mancini ha tenuto a sottolineare che “si tratta di un tema particolarmente importante con profonde ricadute sull’intero sistema economico e sociale dell’intera regione. Soprattutto nel periodo della pandemia è emersa in tutta sua importanza la possibilità di avere una adeguata connettività. L’impegno della Regione deve essere quello di intervenire per garantire coperture adeguate in ogni territorio. Il rapporto con i Comuni deve essere pertanto costante per intervenire su criticità accertate prevedendo interventi per rispondere ad eventuali disservizi. Alcuni Comuni non hanno un regolamento specifico rispetto a questa materia, è quindi necessario che la Giunta regionale adotti la massima attenzione rispetto all’attuazione di questa legge. Una buona connessione è estremamente utile anche per promuovere la bellezza dell’intero territorio regionale. Le misure proposte si muovono nel rispetto della normativa statale e soprattutto nell’adempimento delle norme europee. Gli obiettivi della Direttiva che rappresentano il Codice europeo delle telecomunicazioni, non consistono soltanto nella promozione della concorrenza e del mercato interno, ma anche nel garantire accesso generalizzato alle reti ad altissima capacità e l’ampia diffusione delle stesse per tutti i cittadini e le imprese dell’Unione europea a prezzi ragionevoli e con la possibilità di scelta adeguata. La ratio fondamentale è quella di garantire una costante, continua ed omogenea erogazione del servizio pubblico di telefonia mobile in modo da ottenere una uniforme copertura e un dimensionamento ottimale di tale servizio su tutto il territorio nazionale, capace di collegare con un livello qualitativo accettabile gli utenti in qualsiasi parte del territorio, e perciò anche durante il loro movimento, ed all’interno degli edifici. La Giunta regionale ha presentato in Commissione un maxi emendamento sostitutivo che allinea la normativa con quella nazionale e comunitaria”.

Relatore di minoranza in Aula è stato Vincenzo Bianconi (Gruppo misto-vice presidente Seconda Commissione): “Siamo consapevoli che la tecnologia e le telecomunicazioni sono di grande importanza strategica per il futuro dell’Umbria, ma una normativa lacunosa e confusa, scritta forse troppo velocemente, nel timore di restare ‘gli ultimi della classe’, rischia di far impantanare ancora di più una ripartenza che per essere reale ha bisogno di basi solide, di certezze e chiarezza per tutti,  di un approccio condiviso e partecipato che metta al primo posto il ‘bene comune’ degli umbri. Questo nuovo testo non salvaguarda né l’interesse delle imprese, che sono alla ricerca di chiarezza e certezza nelle norme, né il ruolo delle autonomie e comunità locali nella tutela della salute e del paesaggio, che devono esercitare su argomenti così importanti e che è garantito nell’ambito del fondamentale principio di sussidiarietà, ribadito dai Trattati dell’Unione europea e dalla Costituzione. Questo atto appare più come una decapitazione della normativa vigente piuttosto che un suo aggiornamento o miglioramento in chiave di semplificazione e risoluzione dei problemi. Mentre alcuni di questi articoli verrebbero abrogati in conseguenza della sopravvenuta normativa statale, l’eliminazione di alcune disposizioni viene banalmente giustificata nella relazione con locuzioni come prive di effetti utili e recanti disposizioni meramente programmatiche, senza motivare. Rispetto all’installazione degli impianti radioelettrici, appare incomprensibile perché la legge debba prevedere una sorta di ‘normativa volontaria’, sarebbe come prevedere non il dovere di rispettare un limite di velocità, ma la possibilità di farlo. Tale evidente vulnus normativo rischia di creare numerose incertezze e, di conseguenza, conflitti con la normativa urbanistica e non solo. Questa incomprensibile facoltà rischia di essere un boomerang per amministratori locali, per i cittadini e per gli stessi operatori del settore, che hanno bisogno di certezza del diritto e non di un confuso far west normativo, dove ogni comune potrebbe avere o non avere sensibilità nel tutelare salute, paesaggio e sviluppo tecnologico. In una materia così complessa è comprensibile anche il timore di alcuni amministratori locali di commettere errori e doverne rispondere in eventuali sedi amministrative, civili o addirittura penali. A nostro avviso questo problema può essere risolto fornendo alle amministrazioni locali che lo richiedano un supporto tecnico e giuridico per redigere questi documenti e gestire le incertezze al fine di tutelare le diverse sensibilità dei cittadini e degli operatori. I cittadini hanno bisogno di certezze e rassicurazioni in merito alla localizzazione degli impianti e la tutela della salute, altrimenti con un atteggiamento di ambiguità e intransigenza si rischia soltanto di alimentare allarmismi e proteste, soprattutto con riferimento alla tecnologia 5G di cui tanto si pontifica e poco si spiega alla cittadinanza. Ogni comunità locale dovrebbe condividere e partecipare alla definizione delle regole che ispirano il piano delle telecomunicazioni del loro territorio. Una normativa più chiara, che definisse le aree in cui possono essere installati gli impianti, metterebbe tutti in una migliore condizione di collaborazione, serenità e solidarietà. Il cittadino avrebbe consapevolezza attraverso l’ente pubblico di dove sono ubicate le strutture e potrebbe verificare se sono stati messi in opera tutti gli accorgimenti per la regolare gestione. Il gestore dell’impianto sarebbe così messo al riparo da future contestazioni e possibili contenziosi grazie alla chiarezza delle norme. Il Comune avrebbe costantemente la gestione del proprio territorio, armonizzando la localizzazione degli impianti di telecomunicazioni con il proprio PRG, nel rispetto delle ambizioni condivise anche con le comunità locali. Su temi come questo spetta ad ogni comunità locale autodeterminare il proprio futuro con responsabilità, consapevolezza e le sensibilità che più la identificano. Alla Regione invece dovrebbe spettare il ruolo di supportarle e sostenerle al meglio, non abbandonando loro e chi le amministra ad un destino incerto”.

 

FIORONI – “L’Assemblea legislativa ha approvato oggi la proposta di riforma della legge regionale n. 31 del 2013, Norme in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni, presentata dalla Giunta. Aggiungiamo un ulteriore tassello al processo di semplificazione normativa e regolamentare della nostra Regione. Un esempio di sburocratizzazione di un settore essenziale per il nostro territorio: quella della connessione”. È quanto afferma l’Assessore regionale allo Sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione Michele Fioroni.

   “È stato un lungo processo di condivisione e confronto con tutti gli stakeholders interessati, Operatori TLC, gestori, enti territoriali, Arpa – evidenzia Fioroni – La nuova legge attua una massiccia semplificazione procedimentale e consente il veloce sviluppo delle nuove tecnologie TLC con particolare riguardo al 5G. Le tecnologie di connessione di nuova generazione cambieranno radicalmente il contesto socio-economico che conosciamo e la nostra regione è pronta ad affrontare le sfide che ci attendono. L’Umbria può ambire ad essere terra di borghi digitali, luogo attrattivo per i lavoratori in smart working ed è essenziale dunque agevolare e favorire l’infrastrutturazione digitale del territorio”.

   “La riforma approvata oggi – prosegue l’Assessore – rappresenta un esempio virtuoso di semplificazione in un settore strategico, eliminando i cavilli e gli ostacoli che spesso si annidano proprio nelle norme, e che adegua le disposizioni alle modifiche dei recenti anni. Sono stati, ad esempio, eliminati oneri formali; abbiamo soppresso previsioni, come la prima presentazione dei piani di rete che ostacolava l’installazione e la manutenzione delle antenne. Inoltre abbiamo recepito il Codice delle comunicazioni elettroniche, rimesso ai Comuni la scelta degli strumenti amministrativi più idonei per la programmazione dei loro territori”.

   “Tale è il livello di semplificazione – sottolinea – che anche a livello nazionale si è ritenuto che la Regione Umbria, con questo testo di riforma, non dovesse apportare ulteriori azioni di semplificazione nella materia. Oggi siamo orgogliosi di annunciare ed affermare il nostro modello di semplificazione, un modello che va in direzione opposta rispetto al passato: tagliare il superfluo, non aggiungere stratificazione normativa. Questo processo – conclude Fioroni – si afferma in un settore strategico e abilitante: quello delle telecomunicazioni”.