Un anno di vita di Umbria Domani

di Pierluigi Castellani

Quando un anno fa abbiamo dato vita alla edizione on line di Umbria Domani non avremmo mai pensato che questo strumento, reso possibile dal Web, avrebbe raggiunto in così poco tempo tanti nostri amici, e soprattutto che, pur da una angolazione di provincia, ci avrebbe reso testimoni di tanti accadimenti, che stanno cambiando il nostro paese e di conseguenza anche la nostra regione.

Un anno fa era cominciata da poco e stentatamente la nuova legislatura con un governo di larghe intese nel mentre l’Italia era alle prese con una delle sue crisi economiche più profonde. Si discuteva molto, soprattutto su sollecitazione di Bruxelles, di quali riforme e quali provvedimenti adottare per uscire dalla crisi e dalle incertezze, quale nuova legge elettorale approvare perché non si riproducesse più un risultato elettorale senza assegnare con chiarezza a nessuna forza politica il governo del paese. Il Pd al 25% rischiava di rimanere una nuova forza politica solo nelle intenzioni e solo il Movimento di Grillo sembrava la forza vincente a cui presto o tardi gli italiani avrebbero dovuto assegnare la responsabilità del paese. Abbiamo vissuto questa difficile stagione come Umbria Domani cercando di leggere anche nei passaggi politici regionali i segni di questo profondo cambiamento.

Ora certamente l’Italia è ancora in piena crisi anche se un nuovo rapporto si è cercato di costruire con l’Ue, se le riforme annunciate almeno in parte sono partite con l’approvazione di un ramo del parlamento (Riforma del Senato e del titolo V della Costituzione e nuova legge elettorale) e le tensioni, anche sociali, che si stanno registrando sulla  riforma del mercato del lavoro (jobs act), ora all’esame della Camera, non sembrano però tali da mettere a rischio la sua definitiva approvazione. Ed il Pd è passato dal 25% al 40,08% delle Europee. E’ pur vero che la segreteria Renzi e il suo veloce trasferimento a Palazzo Chigi stanno ancora interrogando politici e commentatori sul che cosa possa significare tutto ciò per il paese e per la sinistra italiana, ma se guardiamo ai fatti ed ai possibili risultati, che ne potranno conseguire, non possiamo non pensare positivamente al fatto che quella trasformazione della politica e del centrosinistra, che il Pd al suo nascere voleva provocare, con ogni probabilità sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi pur con quello strascico di incomprensioni e di difficoltà che una tale impresa non può non provocare.

Anche in Umbria abbiamo visto quanto questo anno abbia prodotto novità sotto il profilo politico. Innanzi tutto abbiamo dovuto registrare come la nostra regione sia divenuta contendibile. La perdita di città come Perugia e Spoleto, la rissosità al proprio interno della sinistra, che stenta a trovare una credibile strada per il futuro, un Pd che non ha ancora accettato la provocazione al cambiamento che proviene dal livello nazionale, tutto sta a dimostrare che questo è stato un anno di forti segnali,che tutto il centrosinistra deve recepire. La grave situazione economica della nostra regione, che pur risentendo della crisi nazionale, stenta a trovare soluzioni in direzione dell’innovazione e dello sviluppo con l’aggravante della crisi della grossa industria – si veda l’Ast di Terni e la Merloni di Nocera – richiede a tutte le forze politiche ed in particolare al Pd lo sforzo di affrontare la sfida con coraggio e determinazione in direzione di un reale cambiamento, anche rilevando, e questo è giusto farlo, che la Regione ha dato già concreti segnali in questa direzione.

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