Il difficile inizio del 2019

di Pierluigi Castellani

E’ singolare che il nuovo anno sia iniziato con i messagggi di due autorità, una istituzionale, il presidente Mattarella, e l’altra spirituale, Papa Francesco, che hanno ridefinito con chiarezza quelli che sono i valori fondanti della civiltà occidentale in cui dichiariamo di essere ancora immersi.Il Capo dello Stato ha giustamente ricordato come sicurezza e solidarietà siano due cose inscindibili per fortificare e dare sostegno alla comunità nazionale mentre Papa Francesco ha voluto fare chiarezza su cosa significhi essere cristiani ai giorni nostri. Quando ha detto, che è meglio un ateo di un devoto ipocrita , non ha voluto lanciare solo una provocazione e quando ha segnalato come il cristianesimo intensamente vissuto comporti sempre una rivoluzione sia nelle coscienze che nella società, ha voluto spazzar via ogni indebito riferimento ai simboli del cattolicesimo senza un coerente personale comportamento di fedeltà al messaggio evangelico. Non si può sbrigativamente commentare questi due messaggi ,come ha fatto qualcuno, dichiarandosi sbrigativamente d’accordo nella palese intenzione di non voler misurarsi con il contenuto degli stessi e quindi per archiviarli frettolosamente. La verità è che è troppo facile richiamarsi ai valori del cristianesimo e dell’occidente senza con loro effettivamente misurarsi , senza prendere atto della distanza ,che tanti comportamenti della politica e della società si frappongono ad essi. Eppure è necessario più che mai prendere atto che questi due messaggi ,nel tentativo di fare chiarezza e di dare un senso alle azioni che verranno intraprese in questo 2019 appena iniziato, pongono interrogativi a cui tutto il paese è chiamato a rispondere. Come si può essere infatti comunità nazionale coesa senza una piena fedeltà ai valori costituzionali a cui tutti, almeno a parole, vogliono richiamarsi. Come si può, ad ogni pie’ sospinto, ricoprisi ,come di una corazza, dei valori della tradizione cristiana e poi contraddirli nella quotidiana prassi politica e nei comportamenti personali.

Quando il rifiuto dell’altro e del diverso diventa il principio ispiratore di atti di governo e quando non ci si confronta quotidianamente nella propria coscienza con la portata intrinsicamente rivoluzionaria del messaggio evangelico, poi non si può tranquillamente dire che si vuole difendere la civiltà occidentale dai pericoli di una iperbolicamente enfatizzata minaccia di invasione dall’esterno. Sappiamo benissimo che la soluzione ai complessi problemi, che la società di oggi vive, problemi che nascono dall’impoverimento delle classi mediobasse, dalle diseguaglianze ed ingiustizie sociali, dalla mancanza di lavoro per tanti giovani, è sempre più urgente. Ma alla complessità non si può rispondere con slogan elettorali, alimentando paura ed insicurezza e non si può rifugiarsi nel caldo guscio di una identità religiosa fatta di formale adesione a regole e precetti senza interpellare quotidianamente la propria coscienza rispetto ad una fedeltà evangelica, che è solo tale se intensamente vissuta. Il cammino quindi avviatosi in questo anno 2019 non è certamente facile e non si potrà mai arrivare tranquillamente alla meta senza un continuo ripensamento a fondo di verità ed identità scontate ma non intensamente vissute. Occorre anche prendere realisticamente atto, che chi si ritiene consapevolmente fedele ai principi costituzionali ed ai valori cristiani nella società di oggi è sicuramente minoranza, che ha di fronte una variegata, ma diffusa, massa popolare di persone difficilmente omologabili ma facilmente preda del pifferario di turno. Infatti molti sono oggi coloro, che si ritengono formalmente ossequiosi ai richiami istituzionali del Presidente Mattarella ed alla predicazione apostolica di Papa Francesco, ma che in cuor loro ritengono distanti le loro ieratiche figure, quasi fossero degli alieni approdati improvvisamente in un mondo oramai del tutto secolarizzato ed impermeabile ad una coraggiosa riscoperta dei valori sanciti nella nostra Costituzione. Eppure proprio da lì si deve ripartire se si vuole creare un’alternativa al dilagante ed indifferente populismo e se si vuole dare un senso vero al continuo dichiararsi cristiani.

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