Il governo che non c’è

di Pierluigi Castellani

In un mio precedente editoriale, mi si perdoni questa autocitazione, avevo asserito che due governi non ne fanno uno, intendendo sottolineare la differenza di approccio politico , che in ogni occasione dimostrano di avere i due partner di governo, senza giungere a nessuna conclusione se non al rinvio dei problemi che Salvini e Di Maio si trovano di fronte. L’ultimo nodo, che non è stato sciolto, è quello della giustizia, come clamorosamente si è constatato in questi giorni, ma tanti altri ne rimangono ancora in sospeso, da quello sulle grandi opere infrastrutturali del paese, alla questione della Ilva di Taranto, e soprattutto c’è la diversità con cui la Lega ed i 5Stelle si comportano nei confronti dell’Europa con l’unico risultato di rendere plasticamente evidente l’isolamento dell’Italia nel contesto europeo ed internazionale. Nel frattempo il nostro paese arranca, come dimostrano gli ultimi dati resi noti dell’Istat. E’ pur vero che statisticamente risulta una lieve diminuzione della disoccuppazione, ma come ha dimostato Tito Boeri su La Repubblica del 1° agosto , il dato è ingannevole perchè non evidenzia che nel frattempo ,per la crisi demografica, c’è stata una diminuzione di circa un milione della popolazione italiana in età lavorativa e  quindi  percentualmente in virtù dell’aritmetica si incrementa il numero degli occupati.

Ma tutti gli altri dati sono negativi perchè il pil ristagna e nell’ultimo trimestre è a crescita zero e la produzione industriale nel mese di giugno diminuisce con le conseguenze che si possono immaginare. Inoltre la platea degli occupati e pur sì aumentata, ma non risultano aumentate le ore lavorate per cui significa che c’è un aumento del par time e del precariato nonostante il tanto conclamato ( da Di Maio ) decreto dignità mentre l’Inps deve registrare un consistente aumento della cassa integrazione. In questa situazione di debolezza l’Italia è chiamata a due importanti appuntamenti per l’autunno. Da una parte c’è la questione della nomina del commissario europeo italiano con l’assegnazione delle deleghe e dall’altro c’è la definizione degli obbiettivi e degli strumenti finanziari che dovranno essere indicati  nella prossima legge di bilancio. Un governo debole e diviso al proprio interno sarà in grado di far valere in Europa le ragioni del nostro paese nell’assegnazione dei dicasteri europei e saprà definire nei termini più congrui per l’Italia la prossima finanziaria ? Basti pensare che con il bilancio 2020 occorrerà in primo luogo sterilizzare il previsto aumento dell’Iva per complessivi 24 miliardi e quindi come potranno conciliarsi le diverse esigenze dei due partner di governo, tanto sbandierate a fini propagandistici, come la flat tax, la diminuzione del cuneo fiscale e l’incremento degli investimenti pubblici ? Tutto questo sta creando danni al paese, ma purtroppo si adagia sull’opinione pubblica come una droga elettorale perchè ,stando agli ultimi sondaggi, il governo sembra avere ancora la maggioranza dei consensi e la Lega sembra sfiorare da sola il 40%. Del resto come potrebbe dessere altrimenti, se i media sono  tutti occupati a parlare delle ultime perfomance di Salvini  a danno di chi galleggia nel mediterraneo e del giustizialismo dei 5Stelle nei confronti del numero dei parlamentari, come se la diminuzione dei rappresentanti non portasse come conseguenza anche il rischio di una diminuzione dei luoghi della democrazia. Prima o poi il nostro paese si sveglierà da questo torpore che l’avvolge ed allora il risveglio potrebbe essere non proprio tra i più rosei.