Il vento della destra sull’Europa

di Pierluigi Castellani

Si stanno verificando nel nostro paese ed in Europa dei fatti inquietanti che meritano attenzione soprattutto da parte di quelle forze politiche ,e non solo, che temono un arresto nella costruzione europea ed una pericolosa involuzione della democrazia di stampo occidentale. In Germania cresce l’odio per il diverso e si riaffacciano coloro che osano riproporre il saluto nazista. Così in Italia, grazie alla egemonizzazione  del problema migranti fatta da Salvini, sono sempre più coloro che ostentano il saluto fascista in manifestazioni di intolleranza nei confronti di chi ha un colore diverso della pelle. Anzi Salvini, vicepremier di un governo improntato al populismo sovranista dichiara la sua amicizia per il leader ungherese Viktor Orban, che auspica una “democrazia illiberale”, facendo sfoggio di questo ossimoro come di una bandiera del nuovo verbo sovranista, che sta minando le basi su cui è costruita l’Europa. E’ pur vero che il rifiuto di una visione globale ed il diffondersi del populismo con le sue chiusure nazionaliste è un fenomeno che va ben oltre i confini del nostro paese e dell’Europa, tanto che c’è chi, come Edward Luce, mette in guardia su “Il tramonto del liberalismo occidentale” interrogandosi sul fatto se, con l’avvento  della globalizzazione dell’economia,” il modo di vivere occidentale, e i nostri sistemi democratici liberali, possano sopravvivere a questo drammatico spostamento del potere globale”. Non a caso si teme che con le prossime elezioni europee ci possa essere un’esplosione del populismo sovranista, che metterebbe in crisi, conquistando la maggioranza nel parlamento europeo, ogni prospettiva di una maggiore integrazione e solidarietà europea e minando le basi della stessa costruzione europea. Stiamo quindi vivendo un ritorno alla esaltazione dell’identità nazionale, alla ricerca di una difesa all’interna della propria tribù, senza tener conto del multilateralismo in cui siamo immersi. E questo non può creare che fratture con la storia democratica, che abbiamo vissuto dall’indomani della fine della seconda guerra mondiale. Occorre anche un’analisi più attenta del perché sia così diffuso il consenso in tutta l’Europa per il populismo sovranista. Questo fenomeno non può essere liquidato con sufficienza dalle nostre élite magari circoscrivendolo soltanto ad alcuni attori, che hanno l’opportunità di farsi spazio sui media e sui social. Non si può insomma ripetere l’errore che fecero in gran parte gli antifascisti distinguendo tra il fascismo dei gerarchi ed il bravo italiano del popolo, perché gli anni del consenso il fascismo li ha davvero vissuti ed infatti già Carlo Rosselli, come ricorda Alessandra Tarquini su La lettura del Corriere della Sera del 26 agosto,” da parte sua era convinto che il fascismo esprimesse i vizi profondi, le debolezze latenti, le miserie del popolo italiano”. Così ora non si può pensare che la destra populista di Salvini, con l’acquiescenza se non il supporto di Di Maio e del M5Stelle, non abbia consenso o possa presto sgonfiarsi perché le paure e le solitudini che alimentano questo populismo, ci sono tutte e vanno affrontate a cominciare dal tema delle diseguaglianze di cui fino ad ora la democrazia liberale sembra non essersi fatto carico. Non a caso, sempre Edward Luce ci avverte,che “ la destra populista ha cominciato a farsi valere davvero alle urne solo quando ha iniziato a occupare il ruolo della sinistra”. E’ da questa consapevolezza che si deve iniziare se si vuole concretamente offrire un’alternativa, non solo italiana ma europea, al diffondersi di questo pericoloso populismo, che sembra non tener conto della storia rischiando di farcela rivivere.

 

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