LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI DIO

di Pierluigi Castellani
PERUGIA – La crisi della politica ,in cui siamo immersi, non ha evidenziato soltanto la crisi delle istituzioni ma anche del presupposto essenziale , perchè si possa parlare di democrazia, e cioè la crisi dei valori . Chi vede nella democrazia un fatto meramente formale, che si potrebbe ridurre solo alla conta dei numeri, è da tempo che parla di democrazia “atea o agnostica”, cioè svincolata da ogni rapporto con la religione, fino a dichiarare sbrigativamente che esiste una netta incompatibilità tra democrazia e religione, assegnando a quest’ultima, in particolare a quella cattolica, un fondo di ineliminabile propensione alla teocrazia e quindi all’autoritarismo. Il dibattito intorno a questo tema si è riacceso con l’uscita di un libro di Paolo Flores d’Arcais intitolato : “ La democrazia ha bisogno di Dio. Falso! “ Del resto già Gustavo Zagrebelsky in un suo scritto del 2005 aveva categoricamente affermato che : “la democrazia è relativistica, non assolutistica”, affermazione che potrebbe anche essere condivisa se non nascondesse in quel “ relativistica” la completa indifferenza rispetto ai valori che devono animare gli uomini che danno origine ad un governo democratico.

 

Queste posizioni sono state già autorevolmente confutate. Lo hanno fatto Bronislaw Geremek e Ralf Dahrendorf quando in un loro confronto del 1992 evidenziano come la democrazia formale, fatta di norme ed istituzioni, sia un sistema “freddo”, che per affascinare i popoli ha bisogno di un orizzonte “caldo”, che può diventare pericolosamente il nazionalismo esasperato ed il populismo, quando invece questa opportunità,di fare di una democrazia formale una democrazia sostanziale , può meglio essere offerta dalla “religione – dunque dal cristianesimo – ma solo da una religione non fondamentalista”.

 

Così pure Pietro Scoppola nel suo libro intervista del 2005 quando dice che alla democrazia “ ha giovato molto l’idea della dignità della persona umana che la coscienza religiosa, con il suo discernimento critico sui valori della rivoluzione e della modernità, ha contribuito a far emergere. “ E si potrebbe continuare molto su questo tono ricordando anche il lavoro intelligente e paziente che alla Costituente, uomini come Lazzati, La Pira e Dossetti, hanno svolto proprio per dare alla Costituzione quella ossatura di sostanziali valori che la rendono indispensabile alla nostra democrazia. Perchè questa lunga premessa , di cui mi scuso? Per ricordare appunto che dalla crisi della politica non si esce senza quel deposito di valori che danno forza , e rendono un orizzonte di speranza, al nostro paese.

 

E questo è vero anche nella nostra regione ove si avverte la fragilità di un sistema politico che rischia di essere autoreferenziale senza più un vero legame con i cittadini, affascinati dal faro dell’ antipolitica. Per questo credo che della tradizione del cattolicesimo democratico non si può fare a meno anche in Umbria se si vuole ridare dignità alla politica. A questo fine , come Associazione Umbria-domani , abbiamo voluto offrire questo spazio di confronto, giovandoci anche delle nuove opportunità offerte dalla Rete, perchè si riprenda la linea maestra della costruzione di una democrazia sostanziale, che non si può fare senza l’apporto del grande deposito di esperienza e di valori che il cattolicesimo umbro rappresenta.

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