LA NUOVA ONDATA DEI CONTAGI E LA POLITICA

di Pierluigi Castellani

La temuta ripresa autunnale del contagio da coronavirus ha raggiunto l’Italia e tutta l’Europa e non sta certo risparmiando il resto del pianeta. Ma mentre il governo è occupato a cercare di frenare il contagio predisponendo anche misure di contenimento c’è chi continua a minimizzare o addirittura a negare le conseguenze disastrose  del propagarsi del covid-19. Sorprende la recente manifestazione di piazza dei negazionisti, che non può essere banalizzata e ridotta  a semplice folclore, dove erano pochi quelli che indossavano la mascherina, ma stupisce anche il modo come alcune forze politiche di opposizione stanno affrontando il problema. In tempi normali, e in un paese normale, ci si sarebbe aspettato che il confronto politico in una situazione di allarme generale ne guadagnasse in qualità e in spessore. Invece in Italia l’opposizione persevera nel suo pregiudiziale no a qualunque cosa il governo giallorosso proponga senza indicare concrete alternative da perseguire. Soprattutto il leader leghista Salvini, che pure sembra intenzionato, sollecitato da Giorgetti, ad assumere un profilo più europeista e centrista, continua a contrastare  gli atti del governo, minimizzando il pericolo del diffondersi del contagio in nome della libertà che verrebbe calpestata . E così asseconda quanti vorrebbero tutte le attività aperte quasi che la rivoluzione liberale, ultimamente evocata da un Salvini frettolosamente riverniciato da europeista, sia quella di assicurare piena libertà a tutti come si fosse difronte a monadi lanciate allo sbaraglio nel campo libero di una società egoista e non solidale. Forse il prof. Marcello Pera, ora divenuto -così sembra – il nuovo punto di riferimento del leader leghista, dovrebbe spiegare bene che uno dei capisaldi del liberalismo democratico sta proprio nel riconoscere che la libertà di ognuno si ferma sulla soglia del rispetto della libertà dell’ altro, che deve vedere, ad esempio, tutelato il suo diritto alla salute e non vedersi costretto al contagio da chi non sopporta nessuna limitazione. Ma anche sulle misure da mettere in campo per la ripresa sociale ed economica del paese non si sta sviluppando un serio confronto che possa condurre ad assicurare il miglior uso delle risorse del recovery fund. Certamente il governo dovrebbe accelerare nella predisposizione dei piani da presentare a Bruxelles, ma dall’opposizione non viene altro che il gioco al più uno reclamando sempre ed in modo non credibilmente motivato più fondi da destinare  a questo o ad altro settore della vita sociale ed economica del paese senza preoccuparsi della compatibilità con le risorse che si hanno a disposizione. Infatti pur con i fondi dell’UE, e forse anche a conseguenza di essi, l’Italia vedrà aumentare il debito pubblico, già gravoso, per consegnarlo alle nuove generazioni che dovranno ripagarlo. Da parte dell’opposizione del resto c’è un continuo reclamare il rinvio del pagamento delle tasse per questo o quella categoria suggerendo l’adozione dell’iniqua ed incostituzionale flat tax e dimenticando che pur dovendo giustamente sollevare alcune categorie economiche dall’eccessivo carico fiscale questo deve essere fatto  selezionando e riconoscendo le dovute priorità . Se nessuno in Italia finirà per non pagare le tasse, tranne coloro che in quanto dipendenti hanno il prelievo alla fonte, non si sa bene come lo stato potrà far quadrare il bilancio in una situazione di deficit controllato in cui ci troviamo. Insomma nonostante il coronavirus non sembra che la politica italiana migliori, speriamo almeno che la coscienza dei singoli cittadini, dopo la gravosità di questi giorni, ne risulti migliorata.