L’Ast e l’economia regionale

di Pierluigi Castellani

La vicenda dell’ Ast di Terni è emblematica della crisi che attraversa la nostra regione. Appare di tutta evidenza che l’Umbria con la grande industria non regge la competizione globale, mentre ancora il tessuto delle piccole e medie imprese e l’agricoltura di qualità sembrano sostenere meglio la sfida della concorrenza. Infatti alcune delle nostre eccellenze, in particolare l’abbigliamento, l’olio ed il vino sostengono bene il nostro export.

Certamente tutta la recente vicenda dell’Ast, con la presunta vendita ed il suo riacquisto da parte della Thyssen Krupp, ha dei contorni oscuri ed è anche vero che la produzione dell’acciaio è influenzata dalla caduta della domanda in questo settore, ma è incomprensibile l’atteggiamento di chiusura dell’ azienda ad ogni proposta ,compresa quella del governo , che pur non ha avuto l’assenso anche dei sindacati. Ed allora, mentre ci auguriamo che la vertenza abbia un esito positivo quanto prima, che insegnamento dobbiamo ricavare da tutto questo? Credo che sempre più si imponga una riflessione su quale modello di sviluppo dobbiamo dare all’Umbria, ricavando qualche insegnamento dalla tenuta delle piccole e medie imprese, che in ogni caso vanno aiutate per consentire loro di internazionalizzarsi attraverso l’innovazione e l’aumento della produttività. Come pure va affrontata con  decisione e concretezza di propositi il problema della green econonomy.

Un settore questo ancora tutto da sviluppare in Umbria soprattutto con una maggiore attenzione ai costi dell’energia, problema questo che  ritroviamo anche nella  vicenda dell’Ast. Insomma i problemi sono tanti e di spessore, che inevitabilmente avremo di fronte a  noi in occasione delle prossime elezioni regionali. La prossima campagna elettorale infatti si giocherà tutta sui temi dell’economia, come oggi sta avvenendo a livello  nazionale, perché troppo fino ad ora si è  vissuti  sperando nel traino dell’edilizia.

Oggi però non c’è più territorio da  consumare se vogliamo davvero mantenere la qualità dell’ambiente di  cui giustamente  ci vantiamo. Anche l’edilizia va aiutata  a diventare soprattutto volano della nostra economia per le grandi opere infrastrutturali di cui ancora l’ Umbria ha bisogno e per recuperare i nostri centri storici, che sono il vanto del nostro antico insediamento umano e la necessaria premessa di ogni efficace politica  culturale.

Deve essere all’altezza di questa sfida se il PD si vuole candidare ancora una volta alla guida della nostra regione.

 

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