Quando il centrosinistra non gioca la partita

di Pierluigi Castellani

L’annunciata sconfitta del centrosinistra e la vittoria del centrodestra nelle elezioni siciliane animeranno il confronto politico ancora per qualche tratto di questa lunga campagna elettorale, che ci porterà alle elezioni in primavera. Infatti anche se le elezioni del 5 novembre non possono costituire un campione del tutto valido per quelle nazionali sono tuttavia importanti per capire come si atteggeranno le forze politiche nella partita decisiva del prossimo anno. Mi pare che c’è un dato sopra a tutto, oltre la constatazione del fatto che più della maggioranza dell’elettorato siciliano non è andato a votare, e cioè che il centrosinistra con le sue divisioni con lo scarso impegno del segretario del PD non abbia proprio voluto giocare la partita.

Tutti sapevano infatti che il candidato del PD, il rettore Micari, pur ottima personalità spendibile per la sua competenza e correttezza ,non avrebbe attirato su di sé molti consensi e del del resto il voto disgiunto, che lo ha penalizzato rispetto alle liste che lo sostenevano, lo sta a dimostrare. E  poi era noto che la sinistra e l’art.1-MDP sostenendo Fava avevano come unico e vero obbiettivo quello di far perdere il PD e Renzi . C’è poi il dato complessivo europeo che dimostra come anche l’Italia sia sottoposta a quel vento di destra e di populismo che si è riscontrato in paesi come la Germania , l’Austria e l’Olanda. Ed in più c’è che la Sicilia è stata sempre appannaggio del centrodestra. Basti ricordare il 60 a 0 delle elezioni del 2001 ,che consegnò a Berlusconi l’intera isola. Del resto anche nel 2012, le precedenti regionali isolane, sono state vinte dal centrosinistra con candidato Crocetta solo perché il centrodestra era diviso tra due candidati, uno proprio Musumeci ,oggi vincitore, e Miccichè di FI. Tutto questo naturalmente non fa venire meno il dato negativo del centrosinistra e del PD, anche se la lista dei democratici ha retto abbastanza bene rispetto alle precedenti regionali.

Quindi esiste un problema per il centrosinistra e per il PD, come ripartire da un’ampia colazione, che comprenda anche quanto più possibile alla sinistra dello stesso PD e quanto  di forze centriste, europeiste e civiche che vogliano contribuire a sbarrare la strada del governo del paese al centrodestra con un redivivo Berlusconi condizionato da Salvini ed ai 5Stelle, che pur avendo fallito la conquista della regione siciliana hanno comunque dimostrato di saper aumentare i propri consensi conquistando quanto più possibile del voto antisistema e dei delusi degli altri schieramenti. Ma un problema esiste anche per i bersaniandalemiani, che pur avendo raggiunto l’obbiettivo di far perdere il PD non hanno certamente contribuito molto al non esaltante risultato di Claudio Fava candidato della sinistra a sinistra del PD. Anche loro devono decidersi se continuare a giocare allo sfascio oppure contribuire a formare una coalizione che possa contrastare il centrodestra ed i 5Stelle.  Del resto anche i 5Stelle debbono porsi un qualche obbiettivo al di là della semplice contestazione a tutto ed a tutti. Sono certamente una forza di largo consenso ma i loro voti rimarranno chiusi in naftalina, non spendibili in alleanze, e rimarranno ancorati al loro dna di forza antisistema ,che non produrrà mai una credibile proposta di governo ? Ci sono queste ed altre cose dietro al voto siciliano, ma quello che preoccupa di più ora è  vedere come reagiranno a tutto questo le forze del centrosinistra.Da loro, dalla loro cultura di governo e dalla credibilità conquistata con i governi Renzi e Gentiloni si aspetta una vincente proposta per il futuro.

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