Un Governo di azzeccagarbugli

di Pierluigi Castellani

Finalmente si è conosciuta la posizione del governo giallo-verde sulla Tav : un ennesimo rinvio senza decidere alcunché per consentire al governo di sopravvivere fino alle elezioni europee. Oramai gli italiani sono abituati a questo modo di procedere. E’ così avvenuto sulla questione spinosa dell’autonomia differenziata chiesta dalle regioni del nord e si stanno rinviando di giorno in giorno le nomine al vertice di importanti istituzioni e di società partecipate perché i due contraenti del contratto non sono d’accordo sulla scelta dei nomi. Ma sulla Tav si è raggiunto il capolavoro. Il presidente Conte dal suo ricco archivio di codici e pandette ha trovato il cavillo per rinviare senza decidere e senza rischiare di perdere 300 milioni di contributi UE. La Telt, la società italofrancese per la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione, avrebbe dovuto entro l’11 marzo indire i bandi per l’avvio dei nuovi lavori, ebbene il presidente Conte ha scritto alla società di “evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull’erario italiano e, dall’altro, adoperarsi per non pregiudicare  gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall’Unione europea”, il che in altri termini significa che la Telt può emanare gli avis de marchés, termine questo ripreso dal diritto francese ( di bandi infatti non si può parlare per il divieto dei 5Stelle), che possono essere revocati, sempre secondo il diritto francese, entro sei mesi. In questo modo il governo italiano, sfruttando la normativa di oltr’alpe, ha tempo sei mesi ancora per decidere se dare via all’aggiudicazione degli appalti.

E’ evidente l’intento di tenere in piedi per altri sei mesi il traballante governo lega-pentastellato, che in questi ultimi giorni sembrava ad un passo dalla crisi, e di consentire a Salvini e Di Maio di salvare la faccia nei confronti dei rispettivi elettorati a cui hanno a suo tempo promesso due cose in palese contrasto tra loro. Ma nei fatti però, non potendo ora verificare quanto sia realistico il salvataggio del volto dei due dioscuri, chi sta perdendo la faccia è invece il popolo italiano. Non solo l’Italia non ha più credibilità nei confronti dei nostri partners europei, perché il governo italiano sta mettendo in discussione accordi internazionali già siglati ed approvati dal parlamento, ma sta deludendo gli investitori e le imprese, che non possono avere fiducia in un paese che non mantiene la parola data e che esprime un esecutivo litigioso e sempre sull’orlo di una crisi. E’ così che il paese è caduto in recessione come avvisano tutti gli indicatori economici ed è così che l’Italia si sta alienando le simpatie dei maggiori attori internazionali tenendo una linea di politica estera ondeggiante tra la Russia di Putin e l’America di Trump , occhieggiando alla Cina di Xi Jianping e ricercando in Europa alleanze con quei paesi, che si dimostrano sempre più insofferenti nei confronti di un’ Europa di cui hanno fino ad ora sfruttato la generosità e la solidarietà. L’importante per Salvini e Di Maio è tenere in piedi un governo cercando di lucrarne tutte le possibilità di ampliare il consenso in una permanete e sfibrante campagna elettorale ,che vede i due vicepremier più presenti sulle piazze anziché nelle stanze dei palazzi romani a lavorare per i cittadini. Ma nel frattempo il duo Salvini-Di Maio ha messo le mani sulla Rai, su importanti istituzioni di garanzia come la Consob e l’Inps, sulla Cassa Depositi e Prestiti e si appresta a fare altrettanto con tutti gli altri enti in cui lo stato ha una partecipazione maggioritaria. Non è dato sapere quanto si andrà avanti così perché il rinvio ed il galleggiamento sulle questioni più spinose consente sia alla Lega che al M5Stelle di non contraddire palesemente le tante promesse elargite in campagna elettorale, ma purtroppo è certo che in questo modo il paese arranca e non riuscirà a tirarsi fuori dalle secche della recessione in atto.

 

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