Ast Terni, forte preoccupazione di Regione, Enti locali e sindacati per la richiesta di cassa integrazione

PERUGIA – “Forte preoccupazione per la dichiarazione di apertura della procedura di cassa integrazione sia per quanto riguarda le modalità sia per i contenuti”. E’ quanto hanno sostenuto unitariamente Regione, Provincia e Comune di Terni ed Organizzazioni sindacali che si sono incontrati oggi pomeriggio, lunedì 9 settembre, a Palazzo Donini, in seguito alla convocazione da parte del presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, per esaminare gli ultimi sviluppi della situazione dell’Ast di Terni. “Tutto ciò avviene a soli tre mesi dalla sottoscrizione di un Accordo presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel quale sono stati presi impegni precisi sia in merito ai volumi produttivi sia per i livelli occupazionali. Ed invece improvvisamente, proprio alla ripesa dell’attività produttiva ci è stata comunicata la richiesta di cassa integrazione per 1200 lavoratori, con un forte spostamento del carico di lavoro sul mese di settembre ed un forte scarico a partire dal mese di ottobre”. Prendendo atto che in queste settimane è previsto l’esame congiunto della normativa sulla Cassa integrazione ordinaria, così come previsto dalla legge, tra Azienda Ast ed Organizzazioni si verificheranno anche le condizioni relative agli assetti produttivi ed occupazionali, oltre alle previsioni di investimenti contenute nell’Accordo siglato nello scorso mese di giugno. “Sono vicende che ci preoccupano molto – ha affermato il presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli – soprattutto per la mancanza di chiarezza. Appena tre mesi fa Ministero, Azienda ed Organizzazioni sindacali avevano sottoscritto un Accordo e adesso tutto sembra rimesso in discussione. Stiamo parlando di un sito strategico nella produzione degli acciai speciali in Italia e dunque occorre sicuramente vigilare attentamente su quello che sta succedendo. Attendiamo dunque l’esito delle interlocuzioni aperte tra Organizzazioni sindacali ed Azienda e subito dopo valuteremo insieme l’opportunità di chiedere la riapertura del Tavolo nazionale”.