Un caso anche in Umbria le rinunce ad AstraZeneca: record di no negli ultimi giorni. Superate le 5 mila disdette

In Umbria ” negli ultimi giorni, a partire da lunedì, mediamente le persone che hanno disdetto la prenotazione per la somministrazione del vaccino AstraZeneca sono mille al giorno”. Lo ha detto l’assessore alla sanità Luca Coletto. ” Abbiamo superato le 5000 disdette – ha aggiunto Coletto – con gli operatori del Nus (Numero unico sanità), che solitamente ricevono intorno alle 4 mila chiamate quotidiane, si sono trovati a gestire in questa settimana circa 22 mila telefonate per ogni giornata, con richiesta di chiarimenti”. Un dato preoccupante che porta l’assessore Coletto ad invitare i cittadini ” a non disdire la prenotazione perché le vaccinazioni proseguiranno, intanto venerdì e sabato con il vaccino Pfizer per tutti i soggetti che non hanno superato i 60 anni”. Insomma, anche in Umbria la psicosi AstraZeneca provoca un’ondata dirinunce tra i cittadini, creando un nuovo problema nella corsa alla vaccinazione, sempre più a ostacoli.  L’ente europeo del farmaco ha rilevato la possibilità di un nesso tra alcuni, pochissimi, casi di trombosi e la somministrazione del vaccino, finendo per consigliare l’uso “preferenziale” di AstraZeneca agli over 60. Da ieri, dunque, AstraZeneca è stato riconvertito per le fasce di età dai 60 ai 79 anni. Questa platea dovrebbe essere soddisfatta con oltre 30 milioni di dosi, previste entro sei mesi. Nel frattempo è in arrivo quello di Johnson&Johnson. Data possibile il 19 aprile, anche se c’è chi parla di uno slittamento. ” Nessun vaccino è sicuro.  – ha spiegato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto malattie infettive dello Spallanzani – E’ invece sicuro al 100% che senza il vaccino continueranno a morire centinaia di persone al giorno. Il rapporto complessivo rischio-beneficio rimane positivo”.  Del resto vaccini ultra sicuri e ampiamente utilizzati da decenni hanno anch’essi una percentuale di eventi avversi. ” Quando proteggiamo i nostri figli contro il morbillo – spiega sempre Giuseppe Ippolito – li esponiamo al rischio – uno su un milione – di sviluppare una complicanza encefalitica acuta. Ma se non li vaccinassimo il rischio sarebbe 500 volte superiore”.