Perugina, fumata grigia al Mise: l’azienda rimane ferma sui licenziamenti

PERUGIA –  E’ terminato poco prima delle 14 nella sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma l’incontro convocato per discutere della vertenza della Perugina dopo l’annuncio da parte dei vertici Nestlé di 340 esuberi nello stabilimento di San Sisto.
Il tavolo di confronto fra vertici aziendali, organizzazioni sindacali e rappresentanti delle istituzioni è stato riconvocato dal sottosegretario Teresa Bellanova al 27 settembre prossimo.

Nel corso dell’incontro, davanti alla sede del ministero, si è svolto un presidio di 200 lavoratori.
Il confronto tra governo, azienda, istituzioni, sindacati, con le sigle Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, e Rsu Perugina, era cominciato intorno alle 12. La delegazione di Nestlé era composta da Gianluigi Toia, direttore relazioni industriali, e da Massimo Ferro, direttore Corporate strategy. Presenti anche per la Regione Umbria la presidente Catiuscia Marini e per il Comune di Perugia il sindaco Andrea Romizi.

“Restano ferme le posizioni della Nestlè sui licenziamenti e questo non ci piace”: lo ha riferito all’ANSA Michele Greco, della Flai Cgil, al termine della riunione che si è svolta oggi nella sede del ministero dello Sviluppo economico, a Roma, per discutere della vertenza della Perugina dopo l’annuncio da parte dei vertici Nestlé di 340 esuberi nello stabilimento di San Sisto. Per Greco quindi l’incontro “non è andato bene” anche se poi sottolinea “l’unico aspetto positivo” ovvero un tavolo di regia, convocato per il 27 settembre, che il viceministro Bellanova ha proposto a sintesi della giornata “e che dovrà entrare nel merito della parte industriale dell’accordo, verificare che l’azienda faccia gli investimenti e quindi in sintesi controllare come va il piano presentato dalla Nestlè”.

“Sono convinta che tutti faremo ogni sforzo possibile per gestire in sintonia un passaggio che è si molto delicato, ma che offre tutte le opportunità di un percorso di rilancio chiaro ed efficace”: è il commento della viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, al termine del tavolo di confronto Nestlè sulla situazione del sito di San Sisto (Pg) della Perugina. “Oggi si è ufficialmente insediato il tavolo istituzionale di confronto – ha detto la viceministro a margine dell’incontro – nel corso del quale abbiamo fatto il punto della situazione per affrontare le problematiche relative al piano industriale e le ricadute sul piano occupazionale. Ma anche un percorso di rilancio di questo sito, che rispetto a tanti altri ha una caratteristica, e una potenzialità a mio avviso, in più: un legame fortissimo con il territorio nel quale è collocato, quasi identitario, che va valorizzato e salvaguardato”.
“A partire da oggi, ho invitato le parti ad affrontare innanzitutto un confronto di merito sull’accordo del 2016 e sul piano industriale, approfondendo evidentemente i punti di forza da sostenere e le criticità non risolte, in modo da ritornare al tavolo ministeriale il prossimo 27 settembre con un pezzo di lavoro fatto e pronti a mettere in campo le soluzioni utili a sostenerlo”.

L’azienda respinge invece le accuse e dice che “procede secondo i tempi stabiliti il piano industriale Nestlé per Perugina (60 milioni di euro per ammodernare gli impianti produttivi, sostenere il marchio Perugina sul mercato domestico e sviluppare l’export) e il piano occupazionale che ne è parte integrante. Lo dice la stessa Nestlè in un comunicato in cui “respinge con forza ogni ipotesi di disimpegno in Perugina”, ribadendo che “il piano presentato, l’investimento economico in corso e i primi risultati raggiunti nell’export provano che l’impegno per l’insediamento industriale di Perugia è concreto e fondato su solide basi”.  La multinazionale – dopo l’incontro di stamani al Mise – parla di “incoraggianti risultati sul mercato italiano, in particolare con il rilancio delle tavolette Tablò e dell’export di Baci Perugina”. Sottolineando di aver “sempre agito con trasparenza e senso di responsabilità nei confronti di lavoratori, sindacati, istituzioni”, la delegazione Nestlé al tavolo del ministero – riferisce il comunicato – ha affermato che “richiederà di poter riferire anche in Parlamento sul piano industriale e su tutti gli strumenti e incentivi messi in campo dall’azienda per trovare soluzioni per tutte le persone coinvolte dal cambiamento. L’audizione in Parlamento potrà essere l’occasione per fare piena chiarezza sul piano”. L’azienda “non intende fare alcun passo indietro rispetto agli accordi del piano industriale e del piano occupazionale sottoscritti nel 2016 con i sindacati.

Spiega anche che “il riassetto organizzativo è necessario per garantire una produttività virtuosa e vincere così le sfide imposte già oggi dal mercato in veloce evoluzione e per assicurare il futuro allo stabilimento di San Sisto, in linea con gli esempi best in class del settore in Italia e in Europa”. Nestlè esclude anche un ridimensionamento industriale del sito di Perugia, che “ha usufruito per anni di ammortizzatori sociali che non saranno più disponibili dopo giugno 2018. Per questo parlare di esuberi di organico come di un fenomeno nuovo e inaspettato è sbagliato e strumentale”. Nestlé intende dunque “dare attuazione sin d’ora a quanto previsto dal piano occupazionale concordato un anno fa, per garantire la sostenibilità futura dello stabilimento di Perugia“. La multinazionale si dice “disponibile da subito a riprendere la collaborazione con le organizzazioni sindacali per utilizzare al meglio l’anno che abbiamo a disposizione fino al termine della Cassa integrazione, nell’interesse di tutti, per ricercare soluzioni occupazionali alternative per i lavoratori coinvolti e garantire la sostenibilità dello stabilimento perugino”.
L’azienda fa riferimento a “posizioni già immediatamente disponibili all’interno del sito di San Sisto con cambiamenti di mansioni o variazioni di orario, nuove e concrete opportunità professionali all’interno del gruppo o all’esterno sul territorio, con l’obiettivo di offrire a tutti una possibilità di reimpiego”. Al termine di questo percorso “Perugina continuerà comunque a dare lavoro a oltre 600 persone, confermandosi secondo player del mercato del cioccolato in Italia per numero di occupati e San Sisto come lo stabilimento di Nestlé con il maggior numero di addetti nel nostro Paese”.

La giornata 

Oggi è stata anche la giornata del presidio a Perugia.  Fabbrica “ferma” e adesione “massiccia” alla giornata di sciopero: riferiscono questo, stamani davanti ai cancelli della Perugina, i circa 70 dipendenti che presidiano l’ingresso dello stabilimento di San Sisto, per una mobilitazione che va avanti da ieri sera alle 21 e coprirà l’intera giornata odierna, mentre alle 11, al ministero dello Sviluppo economico, si tiene un incontro tra le parti considerato decisivo per il futuro della fabbrica del cioccolato, dopo che i vertici Nestlè, a poco più di un anno dalla firma dell’accordo per il rilancio del sito di Perugia, hanno annunciato 340 esuberi (su circa 1.000 dipendenti). Stamani “nessuno è entrato in fabbrica, a parte qualche addetto alle manutenzione o dipendenti delle ditte esterne non coinvolte nello sciopero”, ha riferito all’ANSA Andrea Roscini, della Rsu Perugina.

Il commento della Cgil:“L’adesione totale allo sciopero e la grande risposta delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno raggiunto Roma in massa con i mezzi organizzati dal sindacato sono un primo messaggio forte e chiaro per Nestlé: la Perugina, la nostra fabbrica, non si tocca”. Così in una nota Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria. “Già da ieri sera le lavoratrici e i lavoratori, full-time, part-time, stagionali, insieme alla Rsu stanno presidiando i cancelli, così come stanno facendo altre centinaia di loro compagni insieme a Cgil, Cisl e Uil sotto il ministero a Roma – continua Sgalla – una risposta forte anche a chi in questi mesi ha messo in discussione la credibilità del sindacato e il suo rapporto con i lavoratori e le lavoratrici di San Sisto. In questo momento, così importante per le sorti della fabbrica, di Perugia e dell’Umbria, l’unità è la vera forza che ci permetterà di far tornare Nestlé sui suoi passi”.

La solidarietà dai lavoratori della Giunta regionale
I lavoratori della Giunta Regionale dell’Umbria sostengono lo sciopero dei lavoratori della Perugina organizzato per oggi dai sindacati di categoria. La RSU aziendale sottolinea come in questo momento sia necessario che tutta la collettività umbra resti al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie, fortemente preoccupati per il loro futuro. In particolare nella giornata di oggi, con l’incontro a Roma, nella sede del Ministero dello sviluppo economico (Mise) che si preannuncia fortemente delicata a causa delle posizione di chiusura fin qui tenuta dalla Nestlè che, smentendo il piano concordato nell’aprile del 2016, mette a rischio non solo il lavoro dei 340 esuberi annunciati, ma quello dello stesso storico stabilimento.
L’augurio è che dall’incontro di oggi, invece, possa trovare nuovo slancio l’accordo dell’aprile del 2016 così da ridare tranquillità ai tanti lavoratori e alle loro famiglie.
Se così non fosse, auspichiamo che tutta la collettività perugina e regionale, come in passato già fatto per altre situazioni analoghe, sia vicina, anche con azioni concrete di solidarietà alla lotta dei lavoratori della Perugina.

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