Buffon e Messi, entrambi campioni, ma di diversa fragilità umana. L’uno molla disperato dopo l’ennesima sconfitta in Copa America, l’altro (38enne) rilancia almeno di un biennio.

IN una giornata che l’Italia (di tutti i colori politici) dedica all’attenzione per la sfida europea delle ore 18 (a Parigi, contro la Spagna), due personaggi (nazionali e internazionali) ci inducono ad uscire, per un momento, dalle faccende umbre o limitatamente italiane. In un momento molto particolare della loro vita professionale hanno parlato,in termini molto diversi, protagonisti autentici del calcio mondiale come Gigi Buffo L’u o per risfoderare la solita grinta densa di forti speranze, l’altra per mettere in scena la terribile disperazione di uno stracampione che per la quarta volta consecutiva perde, con la sua Argentina, la ‘Copa America’’. Due uomini che hanno ottenuto moltissimo dalla vita, due talenti calcistici capaci di attingere traguardi straordinari. Buffon, a 38 anni, non intende minimamente cedere all’incalzare di un’anagrafe che gli consente un futuro molto protratto; Lionel, che di anni ne ha parecchi di meno, appare così stroncato dall’ennesima sconfitta nella finalissima ‘’americana’’ (determinata anche da un suo grossolano errore dal dischetto) da non esitare a diffondere un annuncio clamoroso: ‘’Basta, la mia presenza nell’Argentina finisce qui. Evidentemente non sono in grado di dare una mano alla squadra alla quale, per affetto, tengo di più. Mi tiro in disparte… d’ora in poi farò solo il tifoso della mia Nazionale’’.

Gigi Buffon, che evidentemente è, dal punto di vista psicologico, più duro (come il marmo della sua Carrara…), si è affrettato a chiarire: ‘’A 38 anni deve smettere di giocare per l’Italia? La decisione compete al valore delle mie prestazioni sul campo e alle scelte del prossimo C.T. Io spero di poter rimanere sulla scena altri due anni. Sto fisicamente bene e in porta mi sembra di essere anche efficiente. Quindi…’’.

INsomma il mesto canto dell’addio su un fronte, il digrignante rilancio di una luminosa carriera sull’altro. Entrambi campioni, ma di diversa fragilità umana.

RNGHIO

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