DIS…CORSIVO. SOFFRIRE DEL “COMPLESSO DEI MUSEI”. UN RIMEDIO

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Sono sicuramente un vanto per l’Umbria, ma quante volte, entrando in uno dei nostri piccoli musei, piange il cuore per l’assoluta mancanza di visitatori che storicamente caratterizza quelle pinacoteche, quelle raccolte, quelle collezioni, quegli “antiquarium”, quei “complessi museali”, quei laboratori, quelle “officine”, quei centri di documentazione, quei centri d’arte, quelle gallerie, quei “percorsi aperti”, quei “circuiti aperti”!

Roba da farsi venire un complesso, il “complesso museale”, appunto, che non è un’organizzazione particolarmente virtuosa e scientificamente evoluta degli spazi in funzione dinamica, ma descrive il senso di frustrazione e di impotenza di fronte a tanta ricchezza documentale e patrimoniale verso la quale non si riesce ad attrarre la pubblica curiosità degli ospiti e il sano interesse dei residenti.

Ogni tanto un'esposizione temporanea in più, qualche convegno sono l'occasione per appuntamenti al museo di città, ma presto finisce lì e, con tutta la stima possibile per chi li diffonde, non si capisce come possano comporsi i grandi numeri di visitatori che, compatibilmente con ogni limite di organizzazione, finanziamento e comunicazione, vengono forniti.

Il “complesso dei musei” continua a esistere ed è solo da una strategia ben coordinata intorno a diversi protagonisti, pubblici e privati, che potremo aspettarci una cura, un rimedio, una terapia per cercare di superare l'impasse che è sotto i nostri occhi.

Per questo, mi piace segnalare un progetto per i musei locali che, fresco di approvazione e di finanziamento, sta per avviarsi in Umbria ad opera della Provincia di Perugia, come capofila, dell'associazione “Civium – Lo Stato siamo noi” e dell'ITI “Volta” di Perugia. Il mio interlocutore è Donatella Porzi, Presidente di “Civium”, che ha chiamato il progetto “Racconta il tuo Museo 2.0” ed è riuscita a farlo rientrare positivamente nel Bando “Beactive. Azioni innovative sviluppate dai giovani per i giovani” promosso dall'Unione delle Province e finanziato dall'Agenzia Nazionale per i Giovani.

Professoressa Porzi – le chiedo – ci si sarebbe aspettati – che so - un “Adotta il Museo”. Il “racconto” di un Museo, invece, colpisce proprio per il grado molto elevato di attività fra loro intrecciate al quale fa pensare. Raccontare non è, con tutto il rispetto, adottare...

“Specialmente se a farlo” - mi risponde Donatella Porzi - “sono studenti e non adulti, con una gamma di strumenti ai quali non è stato posto un limite: si va da quelli tradizionali, carta e penna, a quelli modernamente tecnologici a quelli che mettono a disposizione i social network, per cui creando un'apposita piattaforma web si riesce ad avere sotto gli occhi un'immensità di informazioni e di contatti intorno al museo locale che non mandano disperso il patrimonio di visite e di impressioni che gli utenti, pochi o tanti che siano, compongono”.

La scelta di un partner capofila come la Provincia di Perugia – torno a chiedere – si cala in un momento di profonda revisione delle funzioni di questo ente. Come ha potuto, allora, stabilirsi questa relazione tra “Civium” e la Provincia?

“Conosco molto bene questo ente” - risponde Porzi - “per essere stata assessore nell'ultima Giunta provinciale della sua lunga storia. E so quale e quanta esperienza in materia culturale, di formazione, di politiche europee e giovanili la Provincia di Perugia abbia accumulato. Così mi è sembrato molto appropriato che la mia associazione stabilisse un collegamento con l'Area Lavoro e Formazione per progettare insieme un'attività che supera le tradizionali competenze dell'ente e le sintetizza in un disegno che guarda al futuro, alle funzioni di area vasta della nuova Provincia”.

Insieme a “Civium” e alla Provincia – mi preme di sapere - ci sarà una scuola. Quale sarà il suo ruolo nel progetto?

“Le esperienze maturate dal corpo dirigente e studente dell'Istituto Tecnico Tecnologico 'Volta' in campo di didattica innovativa e di progetti europei in generale consentiranno di mettere a disposizione del progetto professionalità di elevato livello sia dal punto di vista delle competenze informatiche e tecnologiche che di didattica. L'Istituto, insomma, parteciperà coadiuvando le scuole coinvolte nell'inserimento dei dati nella piattaforma e nella redazione dei contenuti attraverso le tecnologie innovative e collaborando all'adattamento della piattaforma”.

Torniamo, dunque, al “racconto del Museo”: le chiedo come avverrà questa conoscenza narrativa, dinamica, di ambienti che tendono, in ogni caso, ad essere, per loro statuto, scientifici e dotati di un loro linguaggio molto specialistico? Questo sarà il miracolo reso possibile dai giovani?

“Rispetto all'approccio tradizionale” - mi spiega Donatella Porzi - “il progetto vuole trasformare l'attività didattica in una esperienza spendibile in altri contesti. Quando, in base alle domande pervenute, avremo il quadro delle relazioni di progetto che s'instaureranno fra un Museo e una scuola, avverrà prima di tutto un incontro tra esperti e docenti per un paio di giornate di formazione. Successivamente, l'esperto, con gli insegnanti, guiderà gli studenti a una prima visita del Museo invitandoli ad esprimere le suggestioni percepite nel primo impatto con la realtà museale. Solo dopo questo 'apprendimento per scoperta' si procederà a fornire materiale e a stimolare un'attività di rielaborazione originale e personalizzata. In una seconda fase gli allievi, con l'aiuto degli esperti, avranno modo di sistematizzare i prodotti traducendoli in un contenuto multimediale (video, disegni, fumetti, audioguide, fotografie, testi) da pubblicare nella piattaforma. A questo punto, inizierà la fase della fruibilità dei contenuti da parte dei visitatori della piattaforma e della votazione che ci permetterà di sancire le scuole vincitrici e di consegnare dei premi legati alla didattica”.

La professoressa Porzi prosegue illustrandomi mille altri particolari del progetto: l'elevata interazione tra i giovani e gli abitanti del territorio, la coerenza del progetto con la programmazione regionale del Sistema museale, l'ulteriore collaborazione della Provincia di Perugia in termini di sviluppo della piattaforma che si preannuncia estremamente versatile e funzionale, la collaborazione dell'associazione S.I.B.HA di Foligno, che parteciperà sia a un'attività laboratoriale sia alla fase di disseminazione con un numero speciale del giornalino “Diversamente facile”, molte, molte attività di disseminazione, fra le quali il Concorso stesso e le performances creative, veri e propri piccoli eventi da realizzare all'interno dei Musei.

Per adesso, sono già nove i Musei con i quali sono stai avviati i contatti per preparare il terreno all'intervento della scuola. E la griglia iniziale sembra essere quella che collega il Museo regionale della ceramica di Deruta, il Museo del Vino di Torgiano, il Museo archeologico di Cannara, il Museo archeologico di Bevagna, il Museo dell'emigrazione di Gualdo Tadino, il Museo del ricamo e dei tessuti di Valtopina, il Museo Multimediale delle Giostre e dei Tornei di Foligno, il Museo di Sant'Anatolia di Narco e il Museo di Norcia ad altrettanti istituti scolastici.

“Civium”, però, sa di essere solo all'inizio del suo percorso e si prodigherà molto per allargare il cerchio dei partecipanti al progetto e al Concorso, per avere il massimo ascolto nelle realtà locali e per far interagire il più possibile situazioni museali e scolastiche molto diverse da un angolo all'altro dell'Umbria. Che il segreto per vincere il “complesso del museo” non stia proprio nella provocazione, che questo progetto ci fa, di desiderare di sentirci giovani narratori di un Museo, noi che siamo adulti testimoni e spesso muti cultori delle nostre preziose raccolte di paese?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.