DIS…CORSIVO. TRISTEZZE

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Mi sono collegato ad alcuni dei video con i quali i candidati umbri alle “regionalie” del Movimento 5 Stelle cercano di far apprezzare le loro qualità di cittadini impolitici che scelgono di diventare censori in politica.

Non credo ci sia niente di più avvilente e triste, se non il tornare su quei link per verificare tutto il seguito di reazioni e di votazioni che avranno quei messaggi elettorali.

A me, che ho fatto per qualche anno parte di giurie tecniche di premi locali di poesia, sono tornate in mente le incoscienti poetiche della domenica che mi dovevo leggere: ho trovato la stessa semplice arroganza, la stessa mascherata spocchia, lo stesso gonfiore di parole sulla distesa di nevrotiche solitudine che la poesia, quando è “monnezza”, è in grado di far fermentare.

Tristezza, questa volta, per apparizioni di semplici votanti in chiave di aspiranti protagonisti della politica. Ma come si fa a non rendersi conto che la radice grillina si è seccata e che stanno fiorendo, oggi, piante che non saranno irrigate, candidati che, “regionalie” a parte, non si guadagneranno che spicchi sempre più striminziti di antipolitica?

C’è molto narcisismo, questo è evidente, ad imitazione, credo, dell’autocompiacimento che i politici di professione hanno insegnato dalle televisioni di mezzo mondo, quelle locali comprese. Se anche, però, la politica fosse caduta così in basso da dovere essere confusa con la scena privata che si prendono questi grillini su Youtube, non potremmo mai, in ogni caso, lasciarci catturare dai messaggi di triste esortazione a cambiare che si leggono su quei volti. Anche perché, rispetto alla primavera del 2013, quando entrarono per la prima volta alla Camera e al Senato stuoli di massaie e di presuntuosi cittadini non meglio professionalizzati, ormai il gioco di questi finti innocenti e di molti autentici marchettari è diventato scoperto, si sa dove vuole andare a parare. Per molti, poi, approdare in una qualche aula consiliare è come puntare a un posto di lavoro: i video assomigliano in tutto e per tutto ai curricula che si mandano alle aziende con la speranza di essere assunti.

Ma quando poi sono eletti e diventano censori di professione politica, gli impacciati aspiranti dei video di questi giorni si trasformano in tigri feroci e si lasciano andare alle più libere espressioni del loro livore praticando le ostentazioni medianiche più impensabili. Nel frattempo, su un altro banco, apprendono ben bene i trucchi dei regolamenti e le astuzie delle normative, facendo accordi sotto banco con funzionari e grand commis dei poteri, locali o nazionali che siano.

Infine, verrà il momento della rivolta contro il capo, con grandi sceneggiate in ogni angolo della scena, verranno le crisi di coscienza, si parlerà per la prima volta di democrazia tradita, cadranno alcune teste e spunteranno, al loro posto, altre capocchie di funghi, altre insipide coltivazioni di serra col brand “5 Stelle”.

Tutto ciò – essi dicono – almeno non costa, non ha la pretesa di contaminarsi con una spesa, non incide sulla situazione economica delle finanze di riferimento. Ma la comunità locale è indubbiamente più triste dopo avere visto, da esterna al Movimento 5 Stelle, il gioco delle “regionalie”. A volte, costa più sprecare un grammo di fantasia – quella sì che c’era all’inizio del Movimento – che ritrovarsi a dovere riparare il deficit di un piccolo Comune della piccola Umbria.

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