Interviste, articoli e dichiarazioni dei politici. L’ennesimo episodio (l’Assessore Berdini e la sindaca Virginia Raggi) ripropone riflessioni sul rapporto fra i due ‘mestieri’’.

Giornalisti e politica, incontri e scontri, convergenze e divergenze. Qualche volta amorosi sensi o perfino inciuci.

Il problema dei rapporti tra chi fa politica quelli che fanno cronaca è tornato, ancora un volta, in scena all’indomani della pubblicazione (su La Stampa di Torino) dell’intervista, più o meno presunta, all’Assessore di Roma Berdini, estremamente severo nei confronti del suo sindaco, Virginia Raggi.

La domanda che gira negli ambienti (anche in quelli della professione giornalistica) riguarda non solo i diritti del cronista (cercare notizie e renderle pubbliche), ma anche i suoi doveri.

Non ci sono dubbi che le esplosive dichiarazioni di Berdini sono una succosissima notizia, ma è vero che il giovane giornalista, nel colloquio con l’assessore, non si è palesato come intervistatore ufficiale? Un nastro emerso all’indomani della clamorosa ‘’chiacchierata’’ farebbe supporre che Berdini sapesse il mestiere dell’interlocutore, visto che gli ha detto ‘’Scriva, ma non faccia il mio nome’’. Alla luce di questa registrazione si deve concludere che il cronista avrebbe rispettato il dovere deontologico di rendersi palese. Le regole del mestiere-si sa- non prevedono la liceità di trabocchetti disposti per intrappolare inconsapevoli interlocutori.

C’è, comunque, un altro aspetto che caratterizza il rapporto- umano e professionale- tra chi racconta e chi, in vario modo, rappresenta la ‘’Polis’’: c’è, cioè, a stima e la riservatezza reciproca, quando la riservatezza è nettamente e cortesemente richiesta. Alzi la mano quel cronista vero e serio che non si è mai sentito dire ‘’ti rivelo questa cosa, ma lo faccio perché tu sappia, però ti prego di non espormi’’. Le mani- sono certo- restano abbassate, perché certe relazioni- talora anche molto confidenziali- devono vivere all’insegna del reciproco rispetto e della fiducia tra persone.

Sintesi: taccia il politico, se ha paura di dire le cose che pensa; e il giornalista non ricorra a trucchetti di bassa lega quando sceglie di onorare al meglio la professione che ha scelto.

RINGHIO

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