La data delle elezioni amministrative: ancora non è stabilita, ma già sono divampate le polemiche delle opposizioni che gridano: ‘’Il Governo ha paura del voto!’’.

E allora, molto probabilmente, le elezioni per il rinnovo di tante e importanti amministrazioni comunali italiane, si terranno il 5 giugno.

Prima ancora della conferma di questa data (che sarà definita da Renzi) è scoppiato, nel mondo politico, una mezzo insurrezione. Le opposizioni hanno subito gridato: ‘’Il Governo ha paura del voto!ì’’. Perché questa brusca riflessione? Perché il 5 giugno è l’ultimo giorno di un lungo ‘’ponte’’ di vacanza, quindi- ritengono gli immediati contestatori- si tenterebbe di favorire l’astensionismo. Quell’astensionismo che- insistono- interessa al Governo anche quando ci si deve misurare col referendum sulle trivelle.

Una riflessione sorge spontanea: ammesso che davvero la domenica 5 giugno toglierebbe alle urne una bella fetta di potenziali votanti, si fa più fatica a comprendere perché i disertori, per diletto, della cabina elettorale dovrebbero essere tutti di centrodestra. Perché, insomma, il nocumento eventuale dovrebbe ricadere solo sulle spalle delle attuali opposizioni.

Il ‘’ponte’’ fa godere soltanto i ‘’ricchi’’, cioè- secondo certe ipotesi- i meno affezionati ai partiti di Governo?

Controreplica di quelli che sperano, anzi si dicono ‘’certi’’, di vincere’’: ‘’Molte astensioni renderebbe meno fragoroso l’insuccesso del centrosinistra’’.

I mediatori di una polemica per ora scoppiata sul nulla (perché che sia 5 giugno lo sapremo ufficialmente solo fra qualche ora) propongono: ‘’perché allora non votare anche la mattina del 6 giugno?’’.

Aumento dei costi, certo. Però almeno certi ‘’veleni’’ verrebbero annacquati.

Sapremo tutto nel giro di qualche ora. Intanto ogni occasione resta buona per incendiare una campagna elettorale comprensibilmente molto calda.

RINGHIO

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