LEVANTE. Considerazioni del mattino / PICCOLA ROMA

di Maurizio Terzetti

Con la presenza in città, il prossimo venti settembre, di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 30° anniversario dell’Incontro interreligioso per la pace tra i popoli, Assisi sarà, a tutti gli effetti simbolici, la piccola Roma dei sogni di tanti. E, proprio perché in piccolo, potrà esaltare i pregi della capitale e minimizzare i difetti della megalopoli: quando arrivano personalità così importanti, Assisi, l’abbiamo visto lo scorso 4 agosto a Santa Maria degli Angeli, diventa una vivibilissima isola pedonale, ritorna, quasi per paradosso, a una dimensione a misura d’uomo che il turismo di massa le ha fatto perdere.
Così, un evento tanto mondiale come la Giornata di preghiera ottiene una piccola grazia preliminare: dare ad Assisi il soffio della vivacità contenuto nel respiro dell’universalità. E tanto ce n’è bisogno se si pensa alle condizioni in cui si celebrano i trent’anni dell’evento wojtyliano. Allora, il dialogo fra le religioni forse bastava a se stesso, era un impegno colossale, ma come rivolto a drammi in fase di superamento sull’onda lunga della fine del secondo conflitto mondiale e della divisione del mondo in blocchi. Oggi, invece, il dialogo delle culture, che diventa più che mai protagonista dell’appuntamento, rimanda a uno scenario in cui i drammi sono tutti in fase iniziale e sono drammi nuovi, indominabili, che devono avere un loro corso, che hanno fatto dire espressamente a Papa Francesco: siamo in guerra, la terza guerra mondiale è appena cominciata.
Chi terrà conto di questa differenza, potrà vivere la giornata del prossimo venti settembre non come una semplice vetrina, ma come un’occasione culturale da seguire in ogni sua manifestazione: da come si gira per Assisi a ciò che si sente dire fra la gente mentre si celebra il rito interreligioso, dalla corsa per stare in prima fila all’organizzazione dell’imponente macchina della sicurezza, dalla gran parata del sistema di accoglienza e ricettivo all’innocenza nel ritagliarsi un percorso ai margini del grande evento per dare alla preghiera un senso ancora più intimo. Magari mettendo fra parentesi, per quel giorno, il dibattito sulla “cassa” di soggiorno.

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